
Per Limo 24 palloncini "È un dolore senza fine"
di Barbara Calderola
"Simone è sempre qui con noi, non so se otto anni e otto mesi basteranno a chi l’ha ucciso per cambiare. Me lo auguro. Altrimenti qualche altra famiglia rischia di vivere il nostro calvario". Daniela Grassi è la mamma di “Limo“ Stucchi, il 22enne di Vimercate ucciso al culmine di una rissa a Pessano fra bande rivali per un debito di droga pagato con soldi falsi il 29 settembre 2021. Ma lui, nella fazione dei brianzoli, non c’entrava niente. Giovedì il ragazzo avrebbe compiuto 24 anni e parenti e amici hanno voluto festeggiarlo con una cerimonia al cimitero: "Abbiamo portato 24 palloncini colorati per fargli arrivare gli auguri lassù, in cielo". Un altro momento d’amore per lui, un’altra istantanea che racconta lo strazio senza fine del distacco.
"La vita di un ragazzo non può valere coì poco, anche se nessuna pena ce lo ridarà più. L’ho detto e lo confermo: noi siamo all’ergastolo", scandisce la madre. La commemorazione è stata organizzata pochi giorni dopo la prima sentenza che ha condannato gli esecutori materiali dell’assassinio, due fratelli di origine marocchina minorenni all’epoca dei fatti, nelle fila dei pessanesi. Aveva 17 anni "quello che gli si avventò addosso come una tigre – raccontarono i testimoni ai carabinieri – gli teneva la testa ferma con il braccio" prima di affondare la lama nel petto e spaccargli il cuore. Con lui il fratello 15enne. Sul coltello c’era il Dna di entrambi e per loro sono arrivati le condanne (7 anni e 8 mesi per il più giovane)". Ma ad aggiungere dolore al dolore è la descrizione della morte di Simone che tormenta ogni giorno i genitori: "L’hanno preso a calci mentre era agonizzante e uno degli aggressori era in ginocchio su di lui – ricorda Daniela –. Sono immagini che abbiamo sempre davanti agli occhi". Anche le ultime parole del 22enne prima di perdere conoscenza sono un supplizio: "Mi hanno bucato". Poi, la fine. Resta l’affetto di chi non può e non vuole dimenticarlo. La sorella Andrea e gli amici hanno dato vita a un’associazione per non dimenticarlo, Long live Limo. Come l’altro giorno, al cimitero. Un rito "contro la crudeltà di chi ce l’ha portato via senza pietà, senza un perché".