REDAZIONE MONZA BRIANZA

Per chi suona la campanella della legalità

Il progetto sul tema della mafia ha coinvolto gli alunni della scuola media con film, dibattiti, incontri e giornate dedicate

Conoscere meglio il fenomeno mafioso, purtroppo radicato anche nel nostro territorio, e imparare a combatterlo sin da piccoli nella vita quotidiana. Con questi obiettivi, negli ultimi due anni, alcune classi della Scuola secondaria di primo grado “Dante Alighieri” di Carate Brianza hanno svolto diversi progetti sulla Legalità. Attraverso le attività proposte, gli studenti hanno capito che la mafia non riguarda solo il Sud Italia, come a volte si è portati erroneamente a pensare, ma interessa tutti, perché l’organizzazione criminale arriva ovunque ci sia una mancanza o un bisogno.

Lo scorso anno, gli studenti hanno potuto muovere i primi passi alla conoscenza dell’argomento realizzando poi lavori grafici che illustravano la vita di alcuni personaggi simbolo della lotta contro la mafia, tra cui Peppino Impastato, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Col nuovo anno scolastico, gli studenti di terza hanno proseguito il loro percorso grazie ad alcuni incontri con alcune importanti associazioni. Il primo step ha avuto come protagonista nel mese di Gennaio Enzo Giussani, presidente della sezione Monza e Brianza di Libera contro le Mafie, associazione fondata nel 1995 da Don Luigi Ciotti, attiva sull’intero territorio nazionale. "Ho cominciato a occuparmi in prima persona della lotta alla mafia diversi anni fa, mosso da ideali di libertà e democrazia - ha raccontato agli studenti - Non ho mai avuto paura, anche se alcuni mafiosi sanno dove abito. Faccio parte di un’associazione composta da molte persone. Quando ti dedichi all’impegno civile, è come entrare in un formicaio: ci sono tante formiche che nessuno vede, ma io non mi sento solo". Giussani si è soffermato in particolare sui beni confiscati alla Mafia, immobili che, essendo sottratti alla malavita dallo Stato, vengono restituiti alla Comunità. E proprio l’incontro con l’associazione "Il Mosaico" di Giussano del 3 Marzo ha permesso di testare con mano come si può sottrarre beni alla mafia e creare qualcosa di positivo. I volontari, nell’ambito del progetto "Casa Nostra", si occupano di aiutare i disabili a integrarsi nella società e utilizzano proprio uno spazio confiscato alla criminalità: un appartamento su due livelli ristrutturato e adattato allo scopo.

Gli studenti si sono confrontati con i volontari e i ragazzi che usufruiscono del progetto grazie al quale hanno imparato a compiere azioni quotidiane non scontate come saper gestire una casa e fare la spesa. L’esperienza, conclusasi con la realizzazione di un video pubblicato sul sito della scuola il 21 Marzo, è stata significativa, perché ha dato ai giovani studenti l’occasione di capire che, per combattere la mafia, non è necessario essere magistrati o far parte delle Forze dell’ordine, ma basta essere solidali, prendersi cura di sé e della propria comunità e coltivare le proprie passioni; perché come sosteneva Peppino Impastato: "Per combattere la Mafia bisogna proteggere la bellezza".