Pedemontana, tutti divisi sui nuovi cantieri

Spingono l’opera Lega e FI, no di ambientalisti e 5 Stelle, Pd astenuto sull’aumento di capitale. Il banco di prova sarà la mobilità del dopo Covid

Il megacantiere di Pedemontana potrebbe ripartire

Il megacantiere di Pedemontana potrebbe ripartire

Monza, 24 aprile 2020 - La Regione prova a riaccendere il motore di Pedemontana con l’aumento del capitale sociale. Ma, in seguito al crollo dell’86 per cento del traffico sulla tratta già aperta per effetto del lockdown, come sarà la mobilità dopo il coronavirus? Il dibattito sull’opportunità di destinare nuovi fondi alla grande autostrada progettata per collegare il Varesotto e Malpensa alla Bergamasca attraversando l’intera Brianza è già partito. Con un occhio da un lato agli scenari della mobilità ridisegnati dal coronavirus e alle difficoltà di una riorganizzazione del trasporto pubblico basata sul distanziamento sociale, dall’altro alla scadenza delle Olimpiadi invernali del 2026, di cui l’autostrada è considerata un tassello importante.

Il consiglio regionale nei giorni scorsi ha approvato a maggioranza la legge che autorizza la Giunta regionale a sottoscrivere l’aumento di capitale fino a 150 milioni di euro, un contributo che rientra nell’ambito di una complessiva operazione di ricapitalizzazione di 350 milioni di euro di Pedemontana Lombarda, di cui i restanti 200 milioni sono a carico di Serravalle.

"L’operazione di ricapitalizzazione - ha spiegato il relatore Marco Alparone (FI), presidente della commissione Bilancio - ha lo scopo di favorire il completamento di Pedemontana con particolare riferimento al tratto che da Lentate sul Seveso è destinato a connettersi all’A4, per un investimento complessivo di 2 miliardi e mezzo di euro".

Ma i brianzoli restano divisi. Soddisfatto il vicepresidente della commissione Infrastrutture, il leghista Andrea Monti. "Abbiamo non una somministrazione di denaro per fare l’opera, ma un aumento di capitale che consentirà proprio di avviare la gara per attirare gli investitori privati. Con un aumento da 150 milioni genereremo investimenti per un totale di 2,5 miliardi di euro, che porteranno alla creazione di quasi 10 mila posti di lavoro. Pedemontana si farà e si farà per intero", dice Monti. 

Contrario fin dalla prima ora il senatore grillino Gianmarco Corbetta. "La realtà è che per completare l’opera continuano a mancare all’appello 2 miliardi, che vanno reperiti sul mercato privato - sostiene il senatore -. Il dramma vero è che i 350 milioni di risorse pubbliche annunciate per far ripartire l’opera non verranno spesi per aiutare gli artigiani, i commercianti, le piccole e medie imprese, le famiglie in un momento tanto difficile. Non serviranno per progetti locali utili al territorio e all’ambiente ma saranno investiti su un progetto autostradale che da tanto tempo non ha più alcun senso". 

Astenuto il Pd: "Ci siamo astenuti in considerazione del fatto che la situazione attorno al progetto della Pedemontana si è avvitata su se stessa – spiega Gigi Ponti, consigliere regionale del Pd –. D’altra parte non avremmo votato contro perché quella della Pedemontana è una sorta di incompiuta sul territorio che va razionalmente condotta a termine e per questo bisogna procedere con le opere necessarie. Oltre tutto porta con sé un ritardo di decenni che continuiamo a trascinare: sembrava fosse fondamentale per Expo 2015, ora lo è diventata per Cortina 2026. Ci batteremo affinché il progetto sia più sostenibile, abbia maggiore rispetto per i territori, in particolare la zona est della Brianza, e sia in grado di risolvere il nodo cruciale della Milano-Meda. Quindi, rimaniamo in attesa di vedere cosa accadrà da qui ai prossimi passi".

Sempre più perplesso il mondo ambientalista. Per Dario Balotta di Europa Verde "ancora una volta i soldi pubblici andranno al più inutile dei progetti: è già successo con il finanziamento statale di 1,2 miliardi, servito per realizzare solo 22 chilometri sugli 87 previsti, con tariffe assurde che non rendono utilizzabile neppure i primi tratti. E con questi 350 milioni non si riavviano i cantieri perché non c’è l’appaltatore, non c’è il progetto e mancano altri 2 miliardi che nessuna banca vuol mettere".

E per Gianni Del Pero, presidente del Wwf Insubria, la ricapitalizzazione è solo "una cambiale che sposta su un’altra pagina del bilancio regionale (Serravalle è partecipata) soldi che non ci sono". Il piatto piange anche per la bonifica: "Non c’è ancora alcun progetto aggiornato. Già a novembre Pedemontana aveva presentato un piano finanziario modificato che si concludeva con la voce di richiesta di finanziamento per 10,2 milioni di euro. Soldi che non ci sono".