CRISTINA BERTOLINI
Cronaca

Pausa pranzo al freddo I tavolini restano vuoti

Il meteo non ha favorito la riapertura all’esterno. I ristoratori: far entrare al 50%

di Cristina Bertolini

Clima freddino ieri, come freddina è stata la risposta dei monzesi alla riapertura dei ristoranti all’aperto, con la ripartenza in zona gialla. Nelle immediate vicinanze del centro i locali che dispongono di spazi esterni nei cortili, tra via Appiani e piazza Grandi, ieri hanno visto utilizzato un tavolo su 10. Lo stesso in piazza del tribunale.

Più fortunati i ristoratori di piazza San Paolo, da anni centro della pausa pranzo che aggrega i colleghi degli uffici del salotto buono monzese. Ma il presagio non è affatto positivo. "Lo stato d’animo è molto diverso dalla primavera 2020 - racconta Fabrizio Cosenza, della pizzeria Nietta - lo scorso anno, dopo due mesi di lockdown completo, il 19 maggio pensavamo di riaprire e che non sarebbe mai più successo nulla di simile. Poi il 4 novembre abbiamo richiuso tutto, a dicembre abbiamo riaperto e poi richiuso a gennaio, a febbraio solo a pranzo e poi nuova chiusura a marzo e aprile. Sono provvedimenti folli, non si può lavorare così. È ancora freddo, chi verrà stasera con 12 gradi? Fare entrare, sia pur al 50%, 40 persone, sarebbe un messaggio di buon senso". Aperture e chiusure a singhiozzo non permettono alcun tipo di programmazione di approvvigionamenti, sanificanti, disinfestazioni. Dal 7 marzo 2020, al netto delle brevi riaperture, bar e ristoranti brianzoli hanno avuto 8 mesi di chiusura. Il servizio da asporto ha portato solo poche briciole ai ristoratori, mentre i dipendenti attendono ancora la Cassa ingtegrazione di gennaio, febbraio e marzo. "I miei dipendenti mi hanno chiesto un aiuto per pagare affitti, mutui e spese di casa - racconta Fabrizio - e io li ho aiutati. Qualcuno dà fondo ai risparmi, qualcuno chiede aiuto delle famiglie, o si indebita".

Il Comune ha abbuonato il pagamento del suolo pubblico fino a fine anno, raddoppiando la superificie disponibile all’esterno, mentre la Tassa sui rifiuti va pagata, seppur dilazionata e scaglionata. Rispetto agli affitti dei locali, tutto è rimesso alla discrezionalità degli accordi con i proprietari: "Fino al 31 maggio pago il 50% dell’affitto - dice Fabrizio - poi spero di lavorare".