
Da oggi sarà obbligatorio avere il green pass per accedere alla navetta aziendale e alla mensa. Lo comunica la St Microelectronics e i sindacati di base insorgono.
Per quanto riguarda il problema della mensa, l’azienda adibirà un locale (entro una settimana) dove fruire di un sacchetto mensa o di un lunch box, per garantire il pasto a coloro che sono sprovvisti di green pass. Una scelta che comunque non piace ai sindacati. I delegati Rsu Usb criticano la decisione abbracciata dall’azienda di Agrate di esibirà il green pass per l’accesso alla navetta e alla mensa definendolo una "scelta di natura politica e non di salvaguardia della salute".
"Anche chi è vaccinato è contagioso, come riportato da diverse autorevoli fondi scientifiche - spiegano in una nota stampa i delegati sindacali -. Le misure previste penalizzano e discriminano i lavoratori, e rischiano di diventare controproducenti in quanto creerebbero una ulteriore occasione di assembramento". I rappresentanti dei lavoratori chiedono all’azienda la possibilità di poter riaprire la mensa a tutti, ricordando che in azienda e nel locale mensa non sono mai stati riscontrati focolai. Idem per il servizio navetta che, già contingentato, riduce la capienza del 50%. "Si sa chi frequenta il servizio navetta – precisano i sindacati – I viaggi si svolgono nel perimetro della regione. La norma è quindi del tutto asimmetrica rispetto a quanto previsto per il trasporto pubblico dove la presenza dei passeggeri è ben maggiore e non c’è tracciamento". I rappresentanti dei lavoratori ribadiscono l’importanza di intervenire a tutela della salute pubblica, ma chiedono che non vengano penalizzati i dipendenti.
"Il vaccino è uno degli strumenti per salvaguardare la salute dei lavoratori – concludono - Ma non tramite forzature o ignorando tutte le altre azioni che andrebbero intraprese e che finora sono state ignorate a partire dal rifinanziamento della sanità pubblica. Non si risolverà il problema penalizzando o colpevolizzando i lavoratori, facendo ricadere su di loro la cattiva gestione della pandemia, invece riconducibile alle scelte scellerate dei Governi e di Confindustria".
Barbara Apicella