Il premier Mario Draghi ieri ha dato speranza a barbieri e parrucchieri di poter riaprire anche in zona rossa, passata la Pasqua, proprio come accadeva prima dell’ultimo decreto. Ma ancora non basta a una categoria di lavoratori ormai in ginocchio. Oltre a certezze su come organizzare la propria attività, per il settore degli artigiani che svolgono servizi alla persona serve poter lavorare e avere un sostegno adeguato nei periodi di chiusura forzata.
L’ha ribadito ancora una volta Marco Accornero, il segretario generale di Unione Artigiani Milano e Monza-Brianza che lancia un appello per una categoria che conta oltre 6.600 imprese e attività individuali tra l’area milanese e la Brianza e che da un mese è a zero incassi. "Per parrucchieri, estetiste, barbieri, massaggiatori, tatuatori, piercer e toelettatori è un momento durissimo – commenta Accornero – I ristori del Decreto Sostegni, che arriveranno tra l’altro solo dall’8 aprile, sono del tutto insufficienti a sostenere le imprese, i titolari e le loro famiglie e i lavoratori, per i quali è stata disposta la proroga della cassaintegrazione". Dopo l’ultimo decreto legge del Governo, illustrato ieri da Draghi, per la categoria di parrucchieri, barbieri ed estetisti c’è la possibilità che venga concessa l’apertura anche in zona rossa, con limitazioni solo sabato e domenica: potrebbe essere ripristinato per un mese il meccanismo usato durante le vacanze natalizie, che concedeva l’arancione nei giorni feriali ma imponeva il rosso nel fine settimana.
"Chiediamo per l’ennesima volta al Governo e per quanto di competenza alla Regione di valutare i dati veri, ovvero quelli dell’Inail – aggiunge Accornero – Numeri che confermano due aspetti determinanti, ovvero che le nostre aziende rispettano i protocolli Covid e che, di conseguenza, non sono mai risultate focolai di contagi. Pertanto, a nostro parere, devono riaprire". M.Ag.