
Riaprono i ristoranti
Monza, 3 febbraio 2021 - Primi di febbraio, il sole è ancora pallido, ma nelle piazze di Monza torna la voglia di sedersi ai tavoli a mezzogiorno per la pausa pranzo. In due per tavolo, in piazza San Paolo, finalmente fra un morso e l’altro si può tenere abbassata la mascherina. In realtà nelle scorse settimane, anche in zona arancione, la tentazione di ritrovarsi era forte. Si prendeva da bere nei bar del centro e si consumava in piedi. Da lunedì, i monzesi ritrovano il gusto di sedersi ai tavolini. Pausa pranzo all’aperto seduti anche nei bar e ristoranti anche lungo il Lambro, agli spalti.
«Abbiamo cominciato lunedì con 26 persone a pranzo – racconta Eugenio Galbiati, titolare della Pizzeria del Centro – Se avessimo saputo da venerdì scorso che saremmo stati in zona gialla, avremmo avuto maggiore afflusso già dal fine settimana". Tanti mesi di lockdown e restrizioni hanno cambiato le abitudini dei brianzoli, come fa notare Giancarlo Tamburrino titolare di “Pinuccia a’ mare“: se prima erano richiesti piatti creativi, ora vanno per la maggiore ricette regionali, fast food, insalatone. Tanti mesi a casa hanno radicato l’abitudine dell’asporto anche per la sera: la fanno da padrone pizze e sushi, che si scaldano facilmente; in calo pesce e spaghetti con le vongole.
«Rispetto alla situazione preCovid – ricorda Tamburrino – ci attestiamo sul 25% delle richieste. La gente si deve riabituare a frequentare i ristoranti; deve passare il concetto che i nostri locali sono luoghi sicuri, vigono distanziamenti, sanificazioni e controllo della temperatura". E dopo il danno tra fine estate e la chiusura autunnale, grande cautela negli approvvigionamenti: la spesa si fa per il giorno dopo, regolandosi con le prenotazioni, o al massimo con una visione di due o tre giorni . "Bisogna adattarsi al cambiament o senza avere paura, come comandanti di un veliero che ha ripreso il mare".
E di coraggio ce ne vuole proprio tanto, perché il 60% dei ristoratori è in affitto nel locale; i proprietari non fanno sconti, perché a loro volta lo Stato non fa sconti sull’Imu. Chi come Tamburrino ha aperto da poco, non avendo una spesa storica ad aprile 2020 paragonabile ad aprile 2019, non ha accesso al credito d’imposta né ai ristori. "Ci siamo messi d’accordo con i proprietari con un acconto, e appena potremo pagheremo il saldo. Avverte il desiderio dei clienti di tornare al ristorante anche Gianni Di Zizzi della Trattoria Garibaldi, dentro l’Oasi San Gerardo, che raccoglie i rumors dei clienti stanchi di mangiare panini e pasta cucinata la sera prima, portata da casa: "Noi in media avevamo 160 clienti ogni mezzogiorno. Ora con i distanziamenti possiamo accoglierne 70-80. Ordiniamo la spesa per massimo 3 giorni: la paura è di tornare in lockdown da un giorno all’altro".