
«Coltiviamo la terra per coltivare relazioni»: è questo l’obiettivo dell’iniziativa Un’esperienza diversa dai classici contadini “fai da te” che si trovano in altre città
Alla Vasca volano nasce l’orto comunitario gestito dai giovani del Sulé. "Coltiviamo la terra per coltivare relazioni", questo l’obiettivo del progetto ad Agrate che punta a valorizzare l’angolo di paradiso che farà da cornice a nuovi rapporti in carne e ossa in tempi di virtuale. Legami tra generazioni e senza scavare, qui andrà in scena la permacultura, tecnica non invasiva basata su biologico e riutilizzo grazie a campi contenuti in cassoni rialzati. Un’esperienza diversa dai classici contadini “fai da te” che si trovano in altri comuni, in città saranno protagoniste famiglie, persone d’età e di culture diverse. Un concetto più ampio, grazie alla collaborazione con l’associazione Ahlan anche gli stranieri potranno vestire i panni di coltivatori e portare avanti una tradizione spesso interrotta con l’immigrazione. Non ci sono steccati e divisioni, ma tutti seminano, curano e raccolgono negli stessi spazi. A ospitare l’iniziativa, l’oasi a due passi dalla zona industriale che si è lasciata alle spalle anni di degrado e incuria e oggi è un Eden dove convivono 167 specie di uccelli, libellule, una volpe, pesci, piante da frutto, diversi tipi di aironi e persino un albero nato da un seme sopravvissuto alla bomba atomica scoppiata a Hiroshima. Un angolo di verde tutto da scoprire. La riserva di 55mila metri quadrati è un esempio di recupero ambientale nel cuore produttivo della città, capitale del chip: il progetto di riqualificazione era partito con la piantumazione di 6mila essenze. Il polmone confina con il Villoresi e l’area protetta Wwf di Carugate ed è sulla rotta delle migrazioni. Per i visitatori c’è anche il Bosco di Matteo, lo spazio creato per ricordare l’impegno senza sosta per l’ambiente di Matteo Barattieri, il geologo monzese vittima, tre anni fa, di un tragico incidente a Nashville, negli Stati Uniti. L’ecologista era stato tra i paladini della rinascita di questo spicchio di provincia e la radura che porta il suo nome dal 2022 racconta il suo amore per la natura. Era stato proprio lui insieme a Fabio Papotti e a Luigi D’Amato a volere la rinascita dell’area protetta accanto ai capannoni. L’oasi ha conquistato il grande pubblico e ora arriva anche il laboratorio di coesione sociale, gli orti che puntano sulla cooperazione.