Ora il pronto soccorso parla tutte le lingue

Un nuovo sistema grafico consente agli operatori di dialogare con chiunque. L’obiettivo: stabilire un contatto anche con chi non riesce a esprimersi

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di Barbara Calderola

Adesso il pronto soccorso parla con chi non riesce ad esprimersi.

A Vimercate debutta un progetto sperimentale di comunicazione aumentata, strumenti eccezionali per abbattere le barriere e includere chi finora non aveva voce.

Un’idea semplice, ma efficace, figure al posto delle frasi, le nuove tavole contemplano tutti i passaggi: accoglienza, accertamento, diagnosi. Una rivoluzione per il servizio che a Vimercate ha un’altra eccellenza: lo sportello per le donne maltrattate che sostiene le vittime di soprusi al di là dell’episodio che le ha portate a varcare la soglia dell’ospedale.

"L’attenzione ai più fragili è la regola", dice la direzione. I nuovi destinatari sono tutti quelli che per varie ragioni sono in difficoltà con la parola, pazienti dopo un ictus, o con la sclerosi multipla, autistici, a chi è sotto choc, o semplicemente stranieri che non masticano l’italiano.

D’ora in poi grazie all’aiuto della grafica ciascuno avrà la propria autonomia, non ci sarà più bisogno di accompagnatori o mediatori.

Nasce tutto da una sollecitazione di Anci Lombardia, l’associazione che riunisce i comuni a livello regionale, e coinvolge anche il pronto soccorso di Lodi. Le tavole sono suddivise in quattro sezioni. "La prima riguarda la descrizione del problema che porta il malato qui e relativa anamnesi, cioè la sua storia clinica – spiega Mirco Pirola, coordinatore degli infermieri in pronto soccorso –. La seconda è dedicata alla traumatologia, alla gravidanza e all’inquadramento del dolore. La terza sezione passa in rassegna le discipline internistiche; l’ultima illustra il percorso che si intraprenderà all’interno del ps, in relazione alla gravità del caso e al ‘colore’ che la riflette: bianco, verde, giallo, rosso".

Ci sono poi i disegni che sintetizzano l’Osservazione breve, che richiamano invece, "gli esami ai quali si viene avviati, la loro interpretazione, le terapie che potrebbero essere prescritte e infine le dimissioni".

Anche i grafici sono poliglotti, c’è una versione in italiano, una in inglese e "vista la crisi internazionale e il nodo profughi", in ucraino. Una sopra all’altra, per permettere a chiunque di spiegare cosa gli succede e al personale di accompagnarlo senza traumi per tutta la permanenza. Con oltre 200 accessi al giorno, il pronto soccorso in città è tornato da tempo ai livelli pre-Covid e nonostante le difficoltà organizzative "non rinunciamo a tendere la mano ai più deboli fra i deboli".

L’obiettivo "è evitare qualsiasi discriminazione e offrire a tutti le stesse opportunità".