Omicidio Bovisio Masciago, Truzzi si difende: "Non volevo uccidere mia moglie"

Il 57enne davanti al pm "La pistola? L’avevo acquistata per farla finita non per ammazzarla"

La vittima dell'omicidio, Valeria Bufo

La vittima dell'omicidio, Valeria Bufo

Seveso, 28 agosto  2018 - «Non volevo uccidere mia moglie. Volevo solo parlarle, poi non so perché le ho sparato con la pistola che mi ero procurato allo scopo di farla finita». Nega di avere voluto la morte della compagna di una vita e madre dei suoi tre figli Giorgio Truzzi, l’autista 57enne di Bovisio Masciago indagato per omicidio volontario premeditato nei confronti della 55enne Valeria Bufo, raggiunta lo scorso aprile da cinque colpi di una pistola a Seveso mentre, in pausa pranzo dal lavoro, stava andando a prendere la figlia più piccola in stazione. Giorgio Truzzi è stato interrogato dalla pm della Procura di Monza Stefania Di Tullio, titolare delle indagini. Lo stesso magistrato che ha disposto una perizia psichiatrica sull’autista per andare a fondo sulla capacità di intendere e di volere dell’uomo, ancora detenuto in carcere e difeso dall’avvocato Norberto Argento. Il perito nominato dalla Procura ha però escluso per Truzzi un’infermità mentale, nemmeno parziale.

Il 57enne, che il mese prossimo sarebbe stato chiamato a rispondere di maltrattamenti nei confronti della moglie, ha ammesso di essere stato sofferente di ludopatia e di essersi giocato con le macchinette buona parte del patrimonio coniugale. Questo il motivo di contrasto con la moglie, che aveva deciso di lasciare la casa familiare di Seveso insieme alla figlia diciassettenne. Neanche l’intervento del prete, per loro che frequentavano assiduamente la chiesa e l’oratorio, era riuscito ad intercedere sulle continue liti tra Valeria Bufo e il marito Giorgio Truzzi. Neanche un tentativo di suicidio con i farmaci dell’autista 57enne li aveva riavvicinati e Giorgio Truzzi sostiene di essersi procurato la pistola per riuscire a farla finita. Invece ha finito per sparare alla moglie. Poi ha subito raggiunto la caserma dei carabinieri per costituirsi. Ma, quando i militari gli hanno detto che la moglie era morta, è rimasto scioccato, convinto di non averla uccisa. A carico del 57enne, già in cura al Centro psico sociale di Seregno, è stata segnalato un disturbo narcisistico della personalità e un alto rischio che commetta atti autolesivi. Elementi che potrebbero spingere la difesa dell’indagato a disporre una controperizia psichiatrica per ottenere un’attenuante per vizio parziale di mente al processo che ormai si annuncia imminente e anche scontato per la confessione dell’imputato.