"Gli hanno dato la messa alla prova? Non è giusto. Ma chi decide non ha dei figli? Quello che abbiamo vissuto non è neanche immaginabile". Ramona non ha dimenticato: "Non puoi dimenticare, non succederà mai. Ma Denis, grazie a Dio, sta meglio. Diciamo benino. È tornato il ragazzo di prima". Prima di quel drammatico 25 gennaio di due anni fa, quando è stato spinto sotto un treno alla stazione di Seregno. Ora i suoi due aggressori - ragazzini come lui, coetanei di Desio e di Seregno - avranno la possibilità di scontare due anni e quattro mesi di messa alla prova: "Ovviamente si comporteranno bene, ma la giustizia è un’altra cosa". Ramona prova comunque a lasciarsi alle spalle l’incubo vissuto. "Abbiamo fatto un anno dallo psicologo privato e una serie di controlli alla testa per il colpo che ha subito – racconta –. Abbiamo fatto di tutto per cercare di ricominciare. Sì, dai, Denis sta tornando quello di prima". Le sue parole suonano come un sospiro di sollievo. Resta l’amarezza perché "nessuno ci ha chiesto scusa", ma "abbiamo messo un punto su quella vicenda". Ci provano, in famiglia, a dimenticare, "in casa non ne parliamo mai, anche se sono sicura che Denis ogni tanto ci pensa". Eppure s’è fatto coraggio. E a trovato la forza di vincere anche la paura di andare in giro da solo. "Ogni tanto mi chiede “mamma, ma si sa qualcosa di quei due ragazzi?“, null’altro". Oggi Denis ha sedici anni e mezzo e "ha ritrovato l’energia e l’entusiasmo di fare anche sport". Frequenta il liceo sportivo e oltre allo studio non ha mai smesso di dedicarsi alla boxe, anche se "la botta che ha ricevuto alla gamba ogni tanto torna a farsi sentire, soprattutto quando cambia il tempo. "Si allenava anche ai tempi dell’aggressione, ma erano in quattro, non si è potuto difendere – continua mamma Ramona –. Adesso però, ogni tanto Denis mi dice “Ora se qualcuno mi vuole fare del male, reagisco con tutte le mie forze per difendermi“".
Mamma Ramona preferisce non pensarci troppo: "È un miracolo quello che è successo. Meno male che il mio Denis non ha avuto conseguenze fisiche permanenti". Punto e a capo. Guardando avanti. Mentre il video choc dell’aggressione "continuiamo a non volerlo vedere. Nessuno in famiglia ha avuto ancora il coraggio. Io ce l’ho sul telefonino, ma non ho la forza di guardarlo. Chissà, forse un giorno ci riusciremo. Due anni sembrano tanti, ma per noi è ancora troppo presto".
Marco Galvani