Neonata abbandonata: tutine e peluche, Monza adotta la piccola Alice

Ha passato la notte tranquilla, accudita e coccolata. In reparto sono arrivate le prime donazioni e le richieste di accoglierla

La piccola, lasciata avvolta in una copertina, è stata ritrovata da una ostetrica

La piccola, lasciata avvolta in una copertina, è stata ritrovata da una ostetrica

Monza - La piccola Alice ha trascorso una notte tranquilla. Al sicuro. Accudita e coccolata dai medici e dalle infermiere della Neonatologia. Come fossero tutti un po’ le sue mamme e i suoi papà. Tra loro si sono organizzati, ognuno ha portato qualcosa alla bimba abbandonata all’alba di martedì davanti al pronto soccorso ostetrico del San Gerardo di Monza.

Lasciata avvolta in una copertina, dentro una scatola di scarpe, a meno di 6 ore di vita, e ritrovata da una ostetrica che alle 5 era uscita dal reparto per una breve pausa durante il turno di notte. La piccola Alice ora è in una culla vera. Le hanno portato delle tutine, dei body, qualche peluche. Sono iniziate ad arrivare anche donazioni da chi ha letto la notizia e ha deciso di dare una mano. Di ‘adottare’, nel suo piccolo, la bimba, abbandonata da chi, comunque, si è preoccupato che venisse ritrovata in poco tempo e venisse curata e accudita. La sua identità è ancora sconosciuta, così come quella della madre biologica. Al momento in Questura stanno ancora indagando, partendo dai tratti ispanici del volto della neonata e dalle telecamere del pronto soccorso e delle zone attorno all’ospedale.

Sarebbero arrivate anche le prime richieste di adozione della piccola Alice, ma spetta al Tribunale per i minorenni, su richiesta della Procura, emettere nei prossimi giorni un decreto di adottabilità che, secondo il procuratore capo per i minorenni Ciro Cascone, "considerata la situazione, si concluderà verosimilmente in tempi veloci". Ma "episodi a lieto fine come questo sono soltanto la punta di un iceberg. Chi viene ritrovato vivo e in buona salute è fortunato, tuttavia sono casi rari. Purtroppo non ci sono numeri ufficiali sui neonati fatti scomparire o gettati nei cassonetti", l’amara constatazione di Marco Griffini, presidente dell’organizzazione non governativa Amici dei Bambini (AiBi).

"Non conosciamo cosa abbia condotto la madre di questa bambina ad una scelta così dolorosa, quale sofferenza l’abbia portata a lasciare la sua piccola nei pressi di un ospedale – continua il presidente –. Ma sarebbe bene ricordare che in Italia le mamme che non possono prendersi cura del proprio bambino hanno la possibilità di partorire in totale anonimato in ospedale, o di lasciare il piccolo, sempre in totale anonimato e in tutta sicurezza, in una delle 60 culle per la vita presenti nel nostro Paese". Il parto in anonimato in qualsiasi ospedale d’Italia "è la soluzione migliore, c’è una legge molto chiara, ma quante donne lo sanno? Mi verrà concesso e perdonato il paragone, ma si fanno continuamente campagne di sensibilizzazione contro l’abbandono dei nostri amici a quattro zampe mentre quante ne sono state fatte per pubblicizzare questa possibilità data alle donne? Nessuna".

E allora "ringrazio quella mamma che ha portato la sua neonata fin davanti all’ingresso del pronto soccorso perché le ha dato la possibilità di vivere, stavolta è andata bene, ma se fosse successo in inverno? Se se ne fossero accorti molte ore dopo e la piccole fosse rimasta al freddo? Ecco che allora servirebbe una rete di associazioni riconosciute che tramite telefono, sportelli e centri siano in grado di intercettare bisogni e fragilità e di aiutare le donne in difficoltà, a cominciare da quelle straniere che possono incontrare più difficoltà".