C’è un paese in Brianza di 26mila abitanti e 1.800 di loro risultano iscritti iscritti all’Aido dando il proprio assenso alla donazione di organi. Già duecentocinquanta, venendo a mancare, lo hanno effettivamente fatto. Con dati fra i più alti dell’intera provincia.
Del resto Giussano, da qualche anno, è diventato un paese speciale in tema di donazioni. Non a caso il suo parco più bello nel 2008 è stato intitolato a Nicholas Green, il bimbo ucciso a 7 anni divenuto suo malgrado un simbolo per la donazione si organi, che sul suo esempio hanno portato l’Italia a scalare tutte le classifiche. Per comprendere meglio il “caso Giussano“ bisogna tornare al 2001. Alla sezione di Giussano dell’Aido, l’associazione italiana donatori organi. Al suo presidente Piero Gallo e alla speciale amicizia stretta proprio con Reginald Green, di cui proprio in questi giorni curerà l’ennesimo viaggio in Italia, visto che fra Roma, Milano e Messina fra il 26 settembre e il 1° ottobre si ricorderà il trentennale del giorno in cui suo figlio venne ucciso. "È vero - ricorda Gallo - con Reg, che oggi ha 94 anni, ci lega un’amicizia speciale. Erano trascorsi pochi anni dalla tragica morte di suo figlio quando me lo trovai davanti quasi per caso. Come Aido avevamo accompagnato due ragazzi del paeseai Campionati Mondiali per atleti trapiantati in corso in Svizzera. C’era anche una sezione dei campionati riservata ai bambini trapiantati e intitolata proprio a suoi figlio Nicholas". In quella occasione, Piero Gallo riconosce al volo Reginald Green, di cui aveva visto il volto visto tante volte in Tv dopo quei tragici avvenimenti. E decide di avvicinarlo, forte della sua ottima conoscenza dell’inglese. "Passeggiammo a lungo con lui, io e l’allora presidente dell’Aido di Giussano Giancarlo Scanziani, ci vedemmo a cena e scoccò la scintilla".
Era il 2001. Nel 2003 i due si divedono alle stesse Olimpiadi, in corso questa volta a Bormio e nel 2007 in provincia di Parma. "L’anno dopo riuscimmo a invitarlo a Giussano anche noi in occasione dell’intitolazione del Parco a suo figlio (in Italia ce ne sono 150 fra scuole e parchi che portano il suo nome, ndr), venne in Municipio a firmare l’Albo d’oro degli ospiti illustri". Ormai era fatta. Da allora Reginald Green sarebbe diventato un ospite fisso di Giussano, in cui vennero a turno anche la figlia Eleanor (il giorno del tragico omicidio aveva 4 anni e dormiva sul sedile dell’auto a fianco del fratellino) e la mamma Meg. "È successo una quindicina di volte, tanto che lo stesso Reg per scherzo dice che Giussano è il paese d’Italia che conosce meglio". Nel 2019, per i 25 anni dall’omicidio del figlio, Reginald scelse solo Giussano come tappa italiana del tour mondiale per promuovere la donazione di organi. Per chi come Piero Gallo e l’Aido di Giussano lavora per sensibilizzare sul tema delle donazioni, un incontro fondamentale. "Rivoluzionario. Sono diventato il suo autista, interprete e quasi l’agente nel Nord Italia. L’ho accompagnato a parlare in scuole e ospedali. Una persona eccezionale. Apre il cuore e la mente, un esempio che puoi toccare con mano". Giussano si prepara ora a una nuova iniziativa. "Il 7 ottobre installeremo un totem al parco intitolato a Nicholas Green. A distanza di 30 anni molti non ricordano più il nome e la storia di quel bimbo. Il totem lo farà, a tre livelli: con la sua fotografia, con frasi che riassumono la sua storia e con un Qr code che contiene un messaggio scritto dal padre".