ALESSANDRO SALEMI
Cronaca

Nel cuore del Medioevo. Il primo Giubileo e la nascita del Duomo. Teodolinda incanta Monza

Centinaia di figuranti protagonisti ieri in centro al tradizionale corteo. Musiche, danze e il volo della colomba tra luci pirotecniche e fascino. In Arengario mestieri di una volta, falconieri e duelli mozzafiato in armatura.

Centinaia di figuranti protagonisti ieri in centro al tradizionale corteo. Musiche, danze e il volo della colomba tra luci pirotecniche e fascino. In Arengario mestieri di una volta, falconieri e duelli mozzafiato in armatura.

Centinaia di figuranti protagonisti ieri in centro al tradizionale corteo. Musiche, danze e il volo della colomba tra luci pirotecniche e fascino. In Arengario mestieri di una volta, falconieri e duelli mozzafiato in armatura.

Poco prima delle 21, come da tradizione, piazza Cambiaghi si è trasformata nella porta del tempo. Da lì ha preso il via il corteo storico di Monza, con centinaia di figuranti a impersonare la nobiltà, il clero, il popolo e le maestranze della Monza medievale. Al centro della scena, maestosa come sempre, la regina Teodolinda, seguita dai membri della sua corte e da una riproduzione simbolica del Tesoro del Duomo. Il corteo ha attraversato le vie del centro storico tra due ali di folla incantata per approdare davanti alla maestosa facciata del Duomo. Sotto le sue guglie, è andato in scena uno spettacolo di rara suggestione, una serata dove musica, teatro, danza si sono fusi in un racconto immaginifico del Medioevo monzese.

Ad aprire la serata, le note dell’arpista Vincenzo Zitello, accompagnato dal violino di Fulvio Renzi, che hanno rapito il pubblico con tre delicati brani del loro repertorio. Subito dopo, a scaldare l’atmosfera ci ha pensato l’Accademia Arte & Spettacolo di Lesmo, capace di rievocare il quotidiano e il sacro della Monza del Trecento. Attesissimo e sorprendente come sempre è stato poi l’arrivo della Compagnia internazionale dei Folli, con un’esibizione di forte impatto visivo, culminata nel suggestivo volo della “colomba teodolindea”, salita leggera su un pallone aerostatico e libratasi nel cielo, tra le luci pirotecniche che hanno strappato applausi a scena aperta. Una regia perfetta, quella del Comitato Rievocazione Storica Monza, guidato con passione da Ghi Meregalli, ideatrice dell’iniziativa. Il tema di quest’anno, “Monza A.D. 1300. Il primo Giubileo e la nascita del meraviglioso Duomo”, ha permesso di legare la storia locale a un grande evento religioso: il primo Giubileo indetto da Papa Bonifacio VIII, occasione che portò in città circa 40mila pellegrini, richiamati dalle reliquie di San Giovanni Battista e dalle ampolle con oli santi provenienti dalla Terra Santa. Ma questo è stato solo l’atto finale di una Rievocazione che, fin dal pomeriggio, ha popolato piazza Roma e l’Arengario con artigiani, falconieri, musicanti, combattenti e tessitrici. Sotto i portici, il mercato storico ha fatto rivivere i mestieri di un tempo, si sono potuti ammirare strumenti chirurgici medievali, telai di legno per la tessitura, lavori di pizzo e ricostruzioni filologiche minuziose. I guerrieri della Compagnia d’Arme Fenice Viscontea di Somma Lombardo hanno messo in scena duelli spettacolari in armatura. "Oltre alle battaglie, realizziamo con le nostre mani abiti e strumenti d’epoca – racconta Jacopo Turri, da 15 anni nella compagnia –. Studiamo scherma storica, ma esponiamo anche gli strumenti dei mestieri dell’epoca, come quelli della medicina medievale, usati dai cerusici, quali bisturi, già molto sofisticati".

Splendida la postazione del Gruppo Sant’Agata di Sovico, con donne e bambine che tessevano lana al telaio. "Siamo tessitrici popolane dell’epoca – spiega Antonia Brenna, costumista del gruppo –. Allora tutto era lavoro manuale e anche le bambine contribuivano come mostriamo noi. Tosavano le pecore e cardavano la lana. Oggi come allora, lavoriamo insieme, piccole e adulte, in armonia". Il gruppo esiste da trent’anni, ed è una bellissima realtà parrocchiale sovicese, di una quarantina di donne di tutte le età, che con le sue attività di riproposizioni storiche, spettacoli teatrali e di danza, attua tante raccolte di beneficenza per aiutare i missionari. Poi c’erano loro, i rapaci. I Falconieri di Sua Maestà, da Gessate, hanno incantato grandi e piccoli con i loro gufi e poiane. "La falconeria ha vissuto la sua epoca d’oro nel Medioevo e nel Rinascimento – spiega Gigliola Bottà, coordinatrice del gruppo –. Siamo operatori didattici, alleviamo questi animali in cattività e partecipiamo spesso a rievocazioni storiche come questa". In sottofondo, per tutto il pomeriggio e la serata, le melodie dei Daridel, che con il loro folk anticheggiante hanno creato atmosfera. Tutto ha contribuito a far rivivere la Monza di un tempo, richiamando a sé tutta la sua gente.