STEFANIA TOTARO
Cronaca

Travolti e uccisi sull’Harley a Nova Milanese: autista del Suv a processo

Rito abbreviato per il 45enne accusato di duplice omicidio stradale trovato alla guida in stato di ebbrezza e con la bottiglia di whisky sui sedili

Federico Vasile, 26 anni, di Cusano viaggiava con l’amico Nicolò Moraschini

Nova Milanese (Monza e Brianza), 10 gennaio 2020 - Processo con il rito abbreviato per l’omicida stradale che lo scorso giugno ha spezzato due vite sulla tangenziale Nord, all’altezza di Nova Milanese. Dovrà presentarsi il 28 gennaio davanti alla giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Monza Silvia Pansini l’impiegato di 45 anni Andrea Baldini, di Cinisello Balsamo, che si trova agli arresti domiciliari con la pesante accusa di omicidio stradale duplice aggravato dalla guida in stato di ebbrezza per la morte di Federico Vasile e Nicolò Moraschini, due ragazzi di 26 anni di Cusano Milanino che viaggiavano su una Harley Davison e che sono stati travolti da un suv guidato dall’imputato.

Per Andrea Baldini, sposato e padre di famiglia, trovato dalla polizia stradale di Arcore con un tasso alcolico cinque volte superiore a quello consentito e con una bottiglia di whisky mezza vuota sui sedili della sua Chevrolet Captiva, il pm della Procura di Monza titolare delle indagini, Michele Trianni, ha chiesto il rinvio a giudizio e l’impiegato ha scelto di essere giudicato con il rito abbreviato (che prevede uno ‘sconto’ di un terzo della pena in caso di condanna) alla condizione che la giudice disponga una perizia tecnica cinematica sulla dinamica dell’incidente stradale. Secondo la ricostruzione dei fatti degli inquirenti, mancavano pochi minuti alle 22 il 28 giugno scorso quando i due centauri viaggiavano in sella alla motocicletta in direzione sud della tangenziale. Alle loro spalle la Chevrolet Captiva, condotta da Andrea Baldini, che li ha colpiti, buttati a terra e trascinati sull’asfalto. Federico Vasile, il proprietario della Harley, è morto sul colpo, mentre Nicolò Moraschini è stato trasportato in elisoccorso all’ospedale San Carlo di Milano, dove poco è deceduto.

La difesa vuole fare maggiore chiarezza sulla dinamica del sinistro e la traiettoria del conducente del suv, che prima dell’incidente, sarebbe stato visto eseguire una serie di derapate, ha quindi urtato un furgone, un Fiat Ducato e poi, sbandando, ha travolto da dietro la moto. Movimenti sospetti che potrebbero fare ipotizzare alcune concause nell’investimento. La giudice si pronuncerà sulla richiesta di consulenza tecnica presentata dalla difesa alla prima udienza già fissata. Se l’istanza difensiva non dovesse venire presa in considerazione, l’imputato potrebbe anche scegliere il dibattimento per chiarire con perizie e testimonianze la sua posizione. Per il conducente della grossa vettura, dopo la prova dell’etilometro, era scattato l’arresto su disposizione della Procura di Monza. Confermato anche con l’udienza di convalida, nonostante il difensore dell’indagato avesse chiesto gli arresti domiciliari, concessi soltanto in un secondo momento dal Tribunale monzese. Al processo si potranno costituire parti civili i familiari dei due amici, uno appassionato di moda che lavorava da Boggi e l’altro laureato a pieni voti in Chimica.