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Monza-Calcio, l'ex presidente Armstrong rispunta a Dubai: non mi scuso

Dopo il crac della sua azienda, trovato dai giornalisti inglesi

Emery Armstrong al Brianteo

 Monza, 23 febbraio 2015 - Riecco Antony Emery Armstrong. L'ex presidente del Monza Calcio, finito nell'occhio del ciclone per le accuse piovute sulla sua azienda Eco House, al centro dell'inchiesta brasiliana per reati fiscali e associazione a delinquere, dal valore di 90 milioni di dollari, scomparso dall'Inghilterra, rispunta a Dubai.

Serenamente alloggiato nella terrazza dell'alberto Royal Mirage, mentre fuma un sigaro, accoglie sorridente il cronista del britannico Sunday Times. "Non ho nulla di cui scusarmi, né per chi sono, né per quello che ho fatto", scandisce l'ex patron dei biancorossi. La squadra, le cui quote societarie risulterebbero ancora intestate a lui, domani affronterà l'udienza di fallimento al Tribunale di Monza, con debiti milionari sulle spalle. Molto lontano dal sogno di raggiungere "la serie A in cinque anni", raccontato dopo lo sbarco a Monza a bordo di una Ferrari a noleggio e finito con la cessione al petroliere Dennis Bingham (le foto) a dicembre.

Armstrong è finito nel mirino della magistratura e della polizia federale brasiliana, accusato di reati fiscali (valore 90 milioni di dollari) e di associazione a delinquere, in Inghilterra avrebbe lasciato a bocca asciutta centinaia di investitori. E ora se ne sta all'estero. "Non ho fatto nulla di sbagliato", dice spavaldo al giornalista britannico che lo intervista.