
Dopo anni di degrado vuoto arriva il colpaccio: la Regione finanzia 500mila euro per l’ex Transatlantico che è colato a picco da 20 anni. Sembrano tanti, ma questi soldi basteranno solamente per la bonifica dell’area che da anni è convisa da topi, macerie e senzatetto. L’idea dell’amministrazione Borroni è quella di bonificarla e poi ritentare di metterne gli spazi sul mercato del project financing, poiché i lavori di riqualificazione dell’immobile comunale sono valutati per una cifra piuttosto consistente. Spiega la sindaca Alessia Borroni: "La priorità è risanare il Transatlantico. Quando avremo in mano il mezzo milione di euro valuteremo che tipo di progetto proporre, naturalmente è compresa un’analisi tecnica specifica per una bonifica".
Anno dopo anno, dal 2006 a oggi, la grande piscina comunale all’angolo fra via Ortles e viale Redipuglia sta scivolando sul fondo di un abisso fatto di oblio e mancanza di manutenzione. La sua inaugurazione all’inizio degli anni Sessanta. La prima tribolazione finì nell’estate nel 1976, a poco più di dieci anni dalla sua inaugurazione, quando a pochi metri di distanza esplose il reattore A 101 dell’Icmesa di Meda rilasciando nell’aria una nube tossica di diossina. Il centro, a causa delle bonifiche, rimase chiuso per quattro anni e quando riaprì, niente era più come prima. Troppo profonde le ustioni lasciate dalla diossina per riprendere a nuotare e a tuffarsi come se niente fosse. Così, a metà degli anni Ottanta, la proprietà decise di trasferire il centro al Comune in anticipo rispetto ai termini sottoscritti al momento del via libera ai lavori. Nonostante le ripetute iniezioni di liquidità del Comune, fatte fra l’altro utilizzando il miliardo di lire di risarcimento danni ottenuto per la diossina, il Transatlantico oramai imbarcava acqua da tutte le parti. E il secondo naufragio arrivò nel 2006. Per evitarlo, il Comune le aveva tentate tutte, anche affidare la gestione a un privato che realizzò all’interno dell’impianto un bar, un ristorante e campi da calcetto. Due incendi dolosi scoppiati nel 2006 distrussero tutto. Da allora, il Transatlantico è stato abbandonato a se stesso. Prima lo hanno depredato: piastrelle, rubinetti, mobili, sedie e tavoli. Poi, tossici e senzatetto l’hanno trasformato in un rifugio per la notte e infine è diventata una discarica: basta affacciarsi a una delle finestre a oblò che danno su via Ortles per vedere sacchi di rifiuti buttati dentro dai passanti.
Sonia Ronconi