Matteo Barattieri travolto da un pirata: un mese dopo la morte il corpo resta negli Usa

Monza, l’ambientalista investito da un’auto a Nashville. Dal passaporto all’autopsia quattro settimane di problemi La rabbia del fratello: "Dalle autorità solo lungaggini"

Matteo Barattieri (primo a sinistra) al concerto dei Blondie

Matteo Barattieri (primo a sinistra) al concerto dei Blondie

Monza - ​«And now on my way back, after the show. Walking. Some kilometers. As usual, after a Blondie gig. Along McGavock Pike. Nashville". "E ora sto tornando, dopo lo spettacolo, camminando alcuni chilometri. Come al solito, dopo un concerto dei Blondie. Lungo McGavock Pike. Nashville". Un mese dopo, Matteo Barattieri è ancora lì, “cristallizzato” in quelle parole postate su Facebook per documentare il suo viaggio al seguito della sua band preferita, i Blondie (4 date: New York, Washington, l’ultima a Nashville). Il pomeriggio dopo, alle 14.30, Matteo Barattieri, geologo, ambientalista di 57 anni, sarebbe stato falciato da un’auto pirata. La polizia del Tennessee indaga, un testimone quel pomeriggio ha visto sgommare una Nissan Altima bianca proprio dove è stato trovato il corpo del monzese.

A Nashville , dove i morti su quella strada sono stati troppi negli ultimi tempi, uno anche pochi giorni dopo Matteo, si invocano misure di sicurezza. Ma non c’è altro. C’è solo la dedica postata da Debbie Harry, leader dei Blondie, appena appresa la tragica notizia: "Non ti dimenticheremo mai, riposa in ritmo. We will never forget you". Ma il corpo di Matteo è ancora là, nell’obitorio di Nashville. "Lungaggini, ancora lungaggini" si sfogava l’altro giorno, Davide, fratello minore di Matteo. Prima c’era da fare l’autopsia. Poi è sorto il problema del passaporto: senza, neppure un cadavere può viaggiare, ma la polizia se lo teneva stretto. Finché alla fine anche quel documento è stato riconsegnato all’agenzia di pompe funebri incaricata di rimpatriarlo, ma è sorto un nuovo problema proprio l’altro giorn o. La famiglia B arattieri (due fratelli e una sorella) intendeva cremare il corpo di Matteo, come era stata sempre sua volontà, e rimpatriarne le ceneri a Monza. Ma le autorità hanno detto "no". Nel caso in cui dovesse spuntare il presunto pirata della strada, i suoi legali potrebbero pretendere di riesaminare il cadavere.

«E allora - raccontava Davide - abbiamo dovuto ripartire da capo. Ci siamo accordati col Comune di Biassono (a due passi da Monza, ndr ) dove sono sepolti già i nostri genitori, per trovare un posto per Matteo. Ma la pratica si è di nuovo allungata". Il papà di Matteo, ironia della sorte, era stato ucciso proprio da un pirata della strada, sotto effetto di stupefacenti, quando Matteo era solo un ragazzo. Anche per quello "Matteo aveva sempre avuto timore delle macchine e si era rifiutato di prendere la patente".

Intanto a Monza è stata lanciata una raccolta fondi, che ha raggiunto 7mila euro. Per venire incontro alle spese che la sua famiglia si dovrà accollare per far tornare a casa Matteo. "Speriamo di non averne bisogno - ha detto Davide -: tutto quello che dovesse avanzare, verrà devoluto per finanziare una delle tante iniziative ambientaliste cui stava lavorando Matteo". C’è solo l’imbarazzo della scelta. Al Comitato per il Parco, fondato assieme a Matteo nel 1994, ci stanno lavorando. Intanto l’ultima edizione del Festival del Parco ha già preso il suo nome. E gli studenti del liceo classico di Monza, frequentato a suo tempo da Matteo, hanno suonato per lui. "Struggente" confida il fratello.