FABIO LUONGO
Cronaca

Marco, il birraio “spettacolare“: "Anche col teatro ho trovato gusto"

Produttore artigianale di Carate, coltiva da tempo la passione per la scrittura e la recitazione. Sarà in scena a Milano con il suo monologo “L’ascensore sociale“, poi farà assaggiare l’ultima creazione.

Marco, il birraio “spettacolare“: "Anche col teatro ho trovato gusto"

Marco, il birraio “spettacolare“: "Anche col teatro ho trovato gusto"

Dal malto la birra, dalla birra le storie. Che poi si intrecciano col vissuto personale e danno vita ad altri percorsi. Così è accaduto al triuggese Marco Rubelli (nella foto), titolare del Birrificio Menaresta di Carate, uno dei primi birrifici artigianali brianzoli, il cui nome si rifà a quello della sorgente del fiume Lambro. Accanto alla passione per le produzioni brassicole Rubelli coltiva da tempo anche il gusto per la scrittura e la recitazione, tanto che stasera andrà in scena a Milano, sul palco del Teatro Bello, in veste di autore e attore teatrale, per poi subito dopo reindossare i panni consueti del birraio, servendo una nuova birra creata appositamente da Menaresta per il locale. Lo spettacolo che Rubelli proporrà si chiama “L’ascensore sociale“, un monologo scritto e interpretato da lui stesso: è la storia di un uomo che, di notte, prende l’ascensore di un palazzo mentre tutti gli abitanti dormono e che si troverà a riattraversare tutta la sua vita di figlio del portinaio diventato adulto e laureato, mentre un guasto lo blocca per l’intera nottata dentro l’ascensore. Al termine ci si sposterà al bar del teatro per la presentazione della birra artigianale “35 - Una birra da film“, prodotta in esclusiva per il Teatro Bello e che sarà spillata dallo stesso Rubelli. "Nel Birrificio Menaresta – racconta – sono convogliati negli anni diversi spiriti creativi e artistici: in tutto quello che facciamo cerchiamo di mettere dentro qualche storia, qualche immagine, oltre al prodotto da bere". "Da un po’ di tempo – continua – mi piace andare in scena non solo con le birre: perciò scrivo le mie storie e le propongo, di solito in situazioni più informali. La cosa è andata crescendo, ho scritto diversi testi e adesso un teatro di Milano mi ha chiamato per portare in scena questo monologo. Tutto è partito come un gioco, il fatto che ora i miei testi vengano apprezzati anche da professionisti del teatro è una soddisfazione".

"Il monologo di stasera non parla di birra, anche se in qualche modo la birra e il cibo ci sono sempre dentro – spiega Rubelli –. Vuole avere una certa valenza sociale e politica, e riflette la mia storia: io vengo da una famiglia di operai, che mi ha permesso di studiare, e in questo mi sento fortunato. Oggigiorno invece l’ascensore sociale è bloccato, non so se oggi un ragazzo come me potrebbe fare lo stesso percorso: la sensazione forte è che la risposta sia no, o comunque comporti grandi difficoltà".