ALESSANDRO CRISAFULLI
Cronaca

Varedo, 111 casi di abusi fisici e psicologici alla scuola dell'infanzia

Nelle 74 pagine di ordinanza emerge il clima di terrore instaurato dalla maestra e la sottomissione dei bambini spaventati

Varedo, frame video maestra violenta

Varedo, 11 aprile 2018 - Sarà lunga l'eco di quanto successo alla scuola dell’Infanzia di Varedo dove lavorava la maestra di 47 anni, brianzola, arrestata dai carabinieri della compagnia di Desio per maltrattamenti ai danni di minori. Perchè se in sole 3 settimane, dal 15 febbraio al 6 marzo, le telecamere nascoste installate dagli inquirenti hanno certificato ben 111 casi e momenti di abuso fisico o psicologico, chissà quanti e quali possano essere stati nel corso di tutto l’anno. Visto che la maestra a giugno del 2017 era stata valutata negativamente rispetto al periodo di prova del precedente anno scolastico e il 6 marzo di quest’anno aveva già ricevuto una nota di contestazione dell’Ufficio scolastico regionale in merito ai maltrattamenti e al linguaggio non consono verso i bambini.

Lasciano senza parole gli episodi riportati nelle 74 pagine di ordinanza di custodia agli arresti domiciliari firmata dal Gip Patrizia Gallucci presso il Tribunale di Monza. Proprio come senza parole, per le tre ore in cui era mediamente da sola in classe l’insegnante, lasciava i bambini di 4 e 5 anni. «La regola è di fare silenzio...», urla in una delle intercettazioni, con l’input «zitto! Zitto!» molto perentorio, che ritorna regolarmente, spesso condito dalle minacce o persino dalle violenze. Un silenzio che andava ad abbinarsi, spesso, con l’assenza di attività educative e ludiche. E, quindi, con le braccia conserte.

Un altro sospetto fortemente critico evidenziato dalle indagini e dalle immagini è quello della gestione del bagno. Con bambini costretti in classe, nonostante avessero manifestato l’esigenza di andare. Umiliati pubblicamente, in caso di pipì fatta nei pantaloni. A tal punto che qualcuno non aveva più nemmeno il coraggio di chiederlo, con conseguenze immaginabili.

In un colloquio tra una mamma e l’altra insegnante della classe, ad esempio, emerge che il figlio «aveva difficoltà di espressione non essendo neanche in grado di chiedere di potersi recare al bagno - è scritto nell’ordinanza -. La madre faceva allora notare alla maestra che l’atteggiamento di chiusura da lei descritto era presente solo nell’orario scolastico, mentre quando tornava a casa il bambino cercava sempre di spiegarsi». Una difficoltà messa in relazione con l’atteggiamento quanto mai autoritario e sconsiderato, da parte della collega, in relazione al bisogno di andare in bagno dei bambini. Come verificato in numerosi altri episodi: «Un bambino si fa nuovamente la pipì addosso - spiega l’ordinanza - la maestra controlla abbassandogli i pantaloni e alzando il grembiule davanti a tutta la classe...». Un clima di terrore, sottomissione psicologica, violenza, che invece, per fortuna dei bambini, cambiava quando in classe entrava l’altra insegnante, con metodi sicuramente più adeguati alle esigenze dei bambini, oltre che alle leggi.

«I fatti contestati a Varedo sono gravissimi e intollerabili. Gli asili, che sono luoghi dove i bambini dovrebbero sentirsi accuditi e protetti, ancora una volta sono stati oggetto di episodi di violenza inaudita - ha commentato l’assessora alle Politiche per la famiglia, genitorialità e pari opportunità di Regione Lombardia Silvia Piani - È necessario e urgente valutare provvedimenti per fare in modo che episodi come questi non avvengano più. Nelle prossime settimane - ha anticipato l’assessora - proporrò la costituzione di un tavolo di lavoro con i colleghi di Giunta, il Garante per l’infanzia e i rappresentanti dei genitori e degli educatori, al fin di valutare specifiche ed ulteriori iniziative per tutelare i minori da violenze e abusi di qualsiasi genere. Ritengo anche che l’utilizzo delle telecamere negli asili - ha proseguito Piani - tutelerebbe i minori da eventuali abusi e violenze. È necessario inoltre investire in formazione del personale e in forme di prevenzione da stress. La capacità di ogni insegnante a saper gestire episodi di stress è un elemento imprescindibile che andrebbe valutato caso per caso, intervenendo in forma preventiva qualora emergano elementi preoccupanti. Quello che è certo - ha concluso l’assessora - che episodi come quelli di Varedo devono essere oggetto di punizioni esemplari, senza nessuno sconto. Garantiremo il massimo impegno affinchè i nidi e le scuole dell’infanzia siano luogo di crescita e apprendimento, la tutela della famiglia rappresenta una priorità».