L’umanità espansa e intrecciata

La mostra "Giuliana Ranghieri - Oltre l’Espansionismo" a Desio presenta circa 40 opere dell'artista, esplorando la sua carriera di oltre cinquant'anni e il Movimento dell’Espansionismo. Le opere esplorano simbolicamente l'umanità, le relazioni e la multiculturalità attraverso pittura e scultura. La mostra è curata da Chiara Canali e Cristiano Plicato e rimarrà aperta fino al 24.

L’umanità espansa e intrecciata

L’umanità espansa e intrecciata

Una quarantina di opere per scoprire la teorica dell’Espansionismo. Dipinti e sculture per ripercorrere una carriera artistica lunga più di cinquant’anni. È la mostra dal titolo “Giuliana Ranghieri - Oltre l’Espansionismo“, allestita al Museo Giuseppe Scalvini di Desio, negli spazi della settecentesca Villa Tittoni Traversi. L’esposizione, curata da Chiara Canali e dal direttore del museo Cristiano Plicato, è un’antologica personale dell’artista di origini pugliesi e milanese d’adozione, ideatrice del Movimento dell’Espansionismo, formula espressiva che ha portato avanti e declinato in vari modi dagli anni Settanta fino a oggi, attraverso la pittura e la scultura. A essere proposte al pubblico sono circa 40 opere di Ranghieri (nella foto), che ne ripercorrono la ricerca creativa. Sono quadri in cui i vasi, le coppe e le ceste raffigurate sono in realtà forme simboliche che alludono all’uomo, alla terra, all’origine della vita. Gli oggetti vengono scomposti e ricomposti sulla tela senza più rispondere necessariamente alle regole convenzionali della prospettiva e del chiaroscuro, ma seguendo linee, colori e geometrie: si irradiano nello spazio, a rappresentare un’umanità che cresce, evolve e si trasforma. "Ranghieri – spiega Chiara Canali – mette a nudo l’essenza ultima delle cose che si nasconde sotto la superficie della realtà e dichiara la natura “astratta“ del linguaggio dell’arte, mettendone in risalto il carattere sempre più personale e soggettivo". Il tema di fondo è quello della necessità umana delle relazioni, del bisogno di amicizia, comunità, amore.

Come in una coppia abbracciata e intrecciata come un cesto. Ma l’umanità è spesso anche portatrice di disgregazione e dolore, come raccontano alcune opere realizzate dall’artista negli anni Settanta, tra cui un quadro ispirato alla strage di piazza della Loggia a Brescia e l’opera “Esplosione“, dedicata all’attentato sul treno Italicus. Uscendo dallo spazio bidimensionale della tela Ranghieri si è dedicata alla scultura, come nel bronzo “Ego e forma“, ritratto del volto di un uomo diviso in due parti lungo la linea del naso: da un lato ci sono i caratteri fisici occidentali, dall’altro quelli di un viso africano, a richiamare l’inclusione della diversità, la multiculturalità. La mostra resterà aperta fino a domenica 24. Visite dal giovedì alla domenica dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 18. Ingresso libero.

F.L.