C.B.
Cronaca

Tempo di esami anche al Cpia di Monza. “Siamo l’ultima chance di riscatto per chi vuole una nuova vita”

Al Centro provinciale per l’istruzione degli adulti test di terza media per una quarantina di detenuti e per chi è arrivato in Italia coi viaggi della speranza

La professoressa Giovanna Canzi con Seydou uno dei ragazzi del Centro provinciale apprendimento per adulti

La professoressa Giovanna Canzi con Seydou uno dei ragazzi del Centro provinciale apprendimento per adulti

Monza – Tempo di esami anche al Centro provinciale apprendimento per adulti, con quartier generale in piazza Cambiaghi a Monza, a cui fanno capo le altre quattro sedi di Desio, Arcore, Albiate più la Scuola in carcere. Sono le scuole degli ultimi, quelli che la vita sembra aver portato altrove o quelli che arrivano da paesi lontani con percorsi di studio finiti o non finiti, ma comunque non equipollenti a quelli italiani.

I Cpia offrono corsi di prima alfabetizzazione, corsi annuali da 400 ore per il diploma di terza media (di cui 150 pagate dall’azienda, per chi lavora) e corsi annuali di 850 ore per il biennio delle superiori. In questi giorni si stanno svolgendo gli esami di terza media per 145 studenti sui 5 plessi, come spiega la referente del plesso di Monza Anna Agnelli, e altri 25 in carcere. Li segue da vicino la professoressa di italiano, storia e geografia Giovanna Canzi.

Incontra un popolo di disoccupati, migranti dal Sud America, dall’Africa e dalle Filippine, pensionati e lavoratori che il mondo del lavoro ha messo ai margini, perché non più aggiornati. Sono anche giovani dai 18 anni in su, pochi i 16enni. Tutti hanno un unico obiettivo: costruirsi un futuro migliore. "Solo su Monza – racconta la professoressa Canzi – ho 30 allievi, tutti ammessi all’esame. Altri l’hanno superato nella sessione di febbraio. C’era un giovane laureato in Brasile che ha fatto il percorso breve, per avere il diploma di terza".

Gli scritti ricalcano il programma italiano con testo argomentativo, descrittivo e comprensione di un articolo di giornale. Nelle tracce ciascuno esprime il proprio vissuto di lavoro, il racconto di viaggi della speranza e le esperienze di vita. In questi giorni all’orale riportano il loro percorso scolastico e la soddisfazione per quello che hanno imparato e per come si sono sentiti accolti. "Persone dal Bangladesh incontrano amici dalla Nigeria o dal Perù – racconta la prof – anche questa è integrazione. Per loro il Cpia è l’ultima occasione di cambiamento". Il Cpia propone anche i corsi del biennio della scuola superiore. Già 19 hanno passato l’esame di idoneità e poi si sono iscritti all’Itis Floriani, al Meroni, al Ferrari o al Nanni Valentini per arrivare alla maturità. Vi arrivano nomadi, e ragazzi giunti in Italia con i barconi.

Esami di terza media anche in carcere. "Alla casa circondariale di via San Quirico - spiega il preside di Cpia Claudio Meneghini – su 800 detenuti, si diplomano circa 40 persone l’anno". Sono spesso i più motivati, perché per loro è davvero l’ultimissima occasione per studiare. Per tutti la storia assume i mille colori del modo. E la geografia la raccontano loro.