STEFANIA TOTARO
Cronaca

"Lugarà e Ponzoni innocenti" Per la difesa pratiche regolari e nessun voto di scambio

Ieri in Tribunale l’arringa dei difensori degli imputati principali della presunta Seregnopoli "La frase di Mazza “ogni promessa è debito“ non dimostra che il sindaco fosse lo zerbino".

"Lugarà e Ponzoni innocenti"  Per la difesa pratiche regolari  e nessun voto di scambio

"Lugarà e Ponzoni innocenti" Per la difesa pratiche regolari e nessun voto di scambio

di Stefania Totaro

"La frase intercettata di Edoardo Mazza che dice a Antonino Lugarà ’ogni promessa è debito’ non dimostra che il sindaco era lo zerbino del costruttore calabrese all’ombra della ‘ndrangheta, come ha voluto far credere la pubblica accusa, ma che era il pubblico ufficiale che vuole portare avanti una pratica regolare rimasta bloccata".

Per chiedere l’assoluzione di Lugarà il suo difensore, l’avvocato Luca Ricci, parte da quel 26 settembre di 6 anni fa quando l’immobiliarista seregnese finì in carcere con l’accusa di corruzione, per avere procurato voti nelle elezioni del 2015 all’allora sindaco forzista in cambio dell’interessamento della sua Giunta al suo progetto edilizio di un supermercato nell’area dismessa ex Dell’Orto, e si parlò di ‘ndrangheta e associazione mafiosa. Accuse queste ultime mai confermate, mentre per la presunta corruzione il Tribunale del Riesame di Milano annullò l’ordinanza cautelare per mancanza dei gravi indizi di colpevolezza e scarcerò il costruttore. Per Mazza i pm Salvatore Bellomo e Giulia Rizzo hanno chiesto la condanna a 5 anni di reclusione e per Lugarà 7 anni e 4 mesi al dibattimento in corso al Tribunale di Monza. "Ha soltanto preteso ciò che gli era dovuto e per farlo ha chiesto anche in modo assillante a tutti i referenti politici ed amministrativi del Comune di Seregno", ha detto l’avvocato Ricci, che ha aggiunto come l’iter amministrativo del Piano attuativo fosse "del tutto regolare" e ha escluso l’esistenza di "un corrispettivo della corruzione con il voto di scambio". Il codifensore di Lugarà, l’avvocato Gabriele Minniti, ha poi chiesto l’assoluzione dell’imputato anche dalle restanti accuse di corruzione per episodi minori e per rivelazione di segreto d’ufficio e di usura in concorso con l’ex assessore regionale e golden boy del Pdl in Brianza Massimo Ponzoni, per cui la pubblica accusa ha chiesto 6 anni e mezzo di reclusione. Il difensore di Ponzoni, l’avvocato Gianluca Crusco, ritiene invece "inattendibile" chi ha denunciato la presunta usura perché "ha cambiato più volte la sua versione dei fatti e ha disconosciuto la sua firma, invece confermata da una perizia". Il legale difende al processo anche l’ex consigliere comunale Stefano Gatti, considerato il "cavallo di Troia" di Lugarà nell’amministrazione comunale per tenere il costruttore al corrente del procedere dei suoi affari. Su di lui pende una richiesta di condanna a 4 anni e mezzo di reclusione ma per la difesa Gatti si è interessato all’iter amministrativo del progetto edilizio di Lugarà perché amministratore della società che era interessata alla fase esecutiva.