"L’orsetto può esplodere I bimbi di Kiev lo sanno"

Andrea Paleari, volontario della Croce Rossa di Monza, racconta la sua missione. Un mese di lavoro come coordinatore di emergenza in supporto alla Cri Ucraina

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di Cristina Bertolini

Check point e posti di blocco, cavalli di Frisia e sacchi di sabbia, tutto pronto per un’azione militare in qualsiasi momento e poi sirene antiaeree più volte al giorno per anticipare le incursioni aeree.

Si presenta così, come in un film, carica di quotidiana tensione, Kiev agli occhi di Andrea Paleari, 29 anni, volontario della Croce Rossa di Monza, inviato in missione a Kiev, come coordinatore di emergenza in supporto alla Cri Ucraina.

Con il suo bagaglio di competenze tra laurea in Relazioni internazionali e 6 anni di Medicina è parso il candiato ideale al Comitato nazionale della Cri, quando a fine giugno, ha dato la disponibilità per la missione come Operation manager.

"Sono stato contattato lunedì 27, per partire venerdì 3 luglio – racconta – gestivo le operazioni di Croce Rossa, sotto il comando dell’Unità operativa di emergenza internazionale. Siamo lì come consulenti della Cri Ucraina su tre progetti: costruire la capacità di risposta alle emergenze (data la situazione e le strutture noi raccontiamo il nostro metodo di lavoro e come gestiremmo la situzione), il progetto cliniche mobili nelle regioni di Vinnytsia e Zhytomyr e la messa a punto dei moduli abitativi per l’inverno".

"L’aspetto più impressionante – ricorda Andrea – è stato vedere lo stand in un parco con musica e intrattenimento, in cui venivano istruiti i bambini a non raccogliere nulla da terra, perché poteva essere esplosivo. In bella mostra oggetti accattivanti come giocattoli, orsacchiotti, scatole di cioccolatini, pacchetti di sigarette, una moka per il caffè, una razione di cibo, apparentente abbandonati per caso, ma invece carichi di esplosivo". Il lavoro degli artificieri è molto lento e meticoloso a 10 metri quadrati al giorno, per una bonifica lenta e laboriosa. La Croce rossa italiana ha donato 10 veicoli e altri 10 sono in arrivo, per aiutare la Cri ucraina a sviluppare la medicina generale e la specialistica nelle due regioni, per agevolare la popolazione nell’accesso alle cure.

In vista dell’inverno che comincia da settembre, Cri Italia ha offerto per gli sfollati una serie di moduli abitativi da 45 metri quadrati (non container) in attesa della ricostruzione. "Dall’Italia – racconta Andrea – siamo andati in aereo fino a Suceava, in Romania, dove Croce Rossa ha installato un hub logistico da cui partono mezzi e volontari per Kiev. È un viaggio di 500 chilometri, ma in auto, senza autostrada, diventa un’avventura da 9-10 ore. A Kiev sono stati individuati particolari alberghi per i volontari della Croce Rossa e una zona centrale da cui era sconsigliato allontanarsi. Siamo stati sempre ben accolti, soprattutto in quanto italiani; parlavamo poco del conflitto. Attorno a noi l’atmosfera era vigile, ma calma".

Tante le precauzioni in vista di una situazione che poteva precipitare da un momento all’altro: era sconsigliato ai volontari prendere gli autobus cittadini, così come il taxi, l’auto il meno possibile, per preservare la benzina per una possibile evacuazione improvvisa.