Lissone, estorsioni a luci rosse: "caccia" ai clienti

Festini fino a 2mila euro a notte: chi si rifiuta di testimoniare portato in aula dalle forze dell’ordine

I carabinieri erano riusciti a far luce sulla torbida vicenda

I carabinieri erano riusciti a far luce sulla torbida vicenda

Lissone (Monza), 8 aprile 2021 -  "Mi ero appena separato e mi sono iscritto a uno di quei siti per incontri. Mi ha risposto una donna mora giovane e messa bene, ma quella che poi si è presentata all’appuntamento a casa mia non era la stessa del profilo, aveva una certa età ed era trasandata. Non l’ho fatta entrare e mi sono rifiutato di pagare come lei mi ha chiesto, però ha iniziato ad urlare sul pianerottolo, era sera tardi e allora le ho dato 50 euro per farla andare via. Qualche tempo dopo mi hanno chiamato i carabinieri dicendo che l’avevano arrestata per estorsioni a luci rosse".

Il 46enne brianzolo è uno dei tanti uomini che sarebbero caduti nella trappola di G.B., romena 43enne, imputata di concorso in estorsione consumata e tentata, sfruttamento della prostituzione e spaccio di sostanze stupefacenti in un processo al Tribunale di Monza. Il suo compagno, A.T., albanese di 36 anni, è già stato condannato con il rito abbreviato a 6 anni di reclusione in primo grado. Secondo l’accusa i due organizzavano festini a luci rosse che costavano a partire da 150 euro all’ora, ma che arrivavano anche fino a 2.000 euro per una notte se si aggiungevano altre escort, alcol e droga. E ai clienti adescati in Rete, quelli sfatti dagli eccessi, venivano sottratti bancomat e carte di credito usati per prelievi, acquisti e gioco on line e anche girati filmati per ricattarli con la minaccia di rovinarli postandoli sui social. Era la donna a minacciarli nel caso non volessero consumare il rapporto perché il suo aspetto non corrispondeva a quello mostrato su un sito di escort (dove infatti c’erano le foto di quando la donna era più giovane oppure di altre sconosciute).

La coppia, che viveva a Lissone, era stata arrestata nel 2017 dai carabinieri per tentata estorsione dopo l’allarme lanciato da un 35enne di Macherio. L’uomo aveva contrattato una prestazione a domicilio insieme alla fidanzata per 500 euro. Quando però la prostituta si era presentata, non era bella come quella vista nella foto e al rifiuto, la donna aveva minacciato di fare intervenire il suo compagno rimasto sotto casa. Ma il 35enne aveva comunque chiamato i carabinieri, non facendosi intimorire come invece hanno fatto molti altri uomini che hanno continuato a pagare per i ricatti. Molti di loro ora si rifiutano di presentarsi a testimoniare al processo e i giudici li faranno portare in aula dalle forze dell’ordine