L’intramontabile fascino delle mitiche Gilera

All’evento anche il pilota simbolo della casa arcorese Roberto Mandelli. Premiato l’ultimo meccanico, il 90enne Luigi Colombo. Coppe e riconoscimenti

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di Barbara Calderola

Sarà anche l’era dell’elettrico e dei telai squadrati che fanno rima con risparmio e non si concedono mai il vezzo di una forma sinuosa, ma la voglia di mito fatto quasi sempre e solo di curve è intatta. Il motoraduno Gilera fra Arcore e Monza nel weekend è stato un successo, quasi 200 partecipanti, e dopo sette anni di assenza cala il sipario su un appuntamento premiato dal pubblico di tutte le età.

Impossibile resistere al fascino della quattro cilindri sei volte campione del mondo in pieno Boom economico esposta a Villa Borromeo, un concentrato di tecnologia e velocità capace di affascinare anche i ventenni. Come la “mosca bianca“, la bicilindrica, altro pezzo forte della collezione messa a disposizione dal Registro storico Gilera che ancora una volta ha trasformato in realtà il sogno di un salto indietro nel tempo.

Negli anni Cinquanta, con la crescita come rotta e la voglia di correre in ogni campo. Senza scomodare la sociologia la rivoluzione dei trasporti ha cambiato il modo di vivere della gente. E l’estro creativo del patron Giuseppe Gilera continua a stregare anche se la fabbrica non c’è più. O forse proprio per questo.

C’è stato chi si è commosso davanti alla Rc 600 ‘Silhouette’ che il pilota simbolo della casa arcorese Roberto Mandelli ha usato alla Parigi-Dakar. E lui è stato testimonial del raduno. Due i momenti clou, la sfilata dei vecchi bolidi all’Autodromo a Monza sotto gli occhi di centinaia di appassionati del Festival dello Sport e quella in centro città, perché "Arcore è la Gilera e la Gilera è Arcore".

Parole del sindaco Maurizio Bono che ha aperto il grande ritorno al quale è andata una delle due targhe preparate dal Registro, "è un gilerista perfetto", la motivazione. L’altra invece è stata consegnata al novantenne Luigi Colombo, l’ultimo meccanico vivente del settore corse. Con lui c’erano anche il figlio, Nello, e il nipote, Andrea, di Umberto Masetti, il primo campione del mondo, nel 1950.

Si è chiuso tutto con le premiazioni, fra i tanti riconoscimenti, quattro coppe speciali. La Michele Cantù e Delia Perego è finita nella teca dello stesso Registro Storico Gilera, la Nino Brioschi è stata consegnata ai sei radunisti in arrivo dall’Olanda. La Egidio Passoni al belga Yves Campion, cultore di moto d’epoca e testimonial d’eccezione del marchio oltre i confini nazionali, e infine la Eugenio Savoldelli al gilerista più giovane: il brianzolo Paolo Volpe, classe 2002, è nato dopo che lo stabilimento aveva traslocato a Pontedera, ma ama la casa e la sua storia con tutto se stesso.