L’impresa è resistere alla crisi

Qualità, energie alternative e una filiera sempre più corta

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di Marco Galvani

Una vocazione industriale che non ha nulla da invidiare ai migliori lander tedeschi, una spiccata propensione all’export, la valorizzazione della filiera produttiva locale, la corsa al fotovoltaico per mettere una pezza al caro energia. Ma anche la difficoltà a recuperare la materia prima e, soprattutto, le competenze utili alle imprese (il 45,6% delle figure ricercate in Brianza risultano di difficile reperimento, con punte del 62,5% nelle aree tecniche e della progettazione). L’economia della Brianza tiene duro nello scacchiere internazionale, con il peso dell’industria sul valore aggiunto totale che, nel 2021, ha sfiorato il 33%, con un differenziale di quasi 8 punti e con una crescita del numero delle imprese che nella prima metà dell’anno è salito a quota 64.172 (+780), in particolare grazie ai settori dei servizi e delle costruzioni. I dati in positivo riguardano perlopiù la propensione all’export, pari al 44,7% (l’Italia si ferma al 32,5%). Nel 2021 la Brianza ha esportato più di 10 miliardi di euro (il 2,1% del dato nazionale), collocandosi al quindicesimo posto della classifica nazionale.

E l’andamento delle esportazioni nei primi 6 mesi del 2022 mostra un forte balzo (+20,2%), con livelli delle vendite che ampiamente superano quanto registrato nel 2019 (+31,2%; meglio dell’Italia che ha registrato +27,5%). Al raggiungimento di questo risultato contribuisce anche l’aumento dei prezzi (alla produzione per l’estero dei manufatti, in crescita del +14,6% rispetto al 2019 e +12,5% rispetto al 2021). In evidenza, nell’export, la meccanica, legno-arredo, elettronica, metallurgia, farmaceutica, chimica, cosmetica, gomma e plastica, soprattutto verso la Germania (primo mercato di destinazione), la Francia e la Svizzera. In generale, comunque, tutti i settori hanno recuperato i livelli pre-Covid, sfruttando una specializzazione produttiva diversificata, grazie alla ricchezza del know-how e delle competenze dell’impresa locale. Capace di mostrare anche una buona propensione a brevettare (127,5 brevetti registrati all’ufficio europeo dei brevetti per milione di abitanti contro i 74,6 come media italiana). Il distretto della metalmeccanica strumentale di Milano e Monza, con una quota di 26,1 brevetti green sul totale brevetti green nei distretti italiani, si colloca al primo posto in Italia.

Uno scenario positivo che valorizza anche la produttività per addetto, aumentata dal 2008 al 2021 di quasi 13.000 euro (+20,1%): un risultato migliore delle medie lombarda (+17,6%) e nazionale (+15,7%). Ma ogni giorno l’impresa brianzola deve fare i conti con l’aumento dei costi, in termini di energia, materie prime, semilavorati e trasporti. Ecco perché gli imprenditori corrono ai ripari con ogni mezzo. Innanzitutto provando a raggiungere l’indipendenza energetica: ad oggi in provincia si contano 10.518 impianti (l’1% del totale nazionale), per una potenza installata di 127,9 MW (cresciuta dell’8,5% in un solo anno).

Per far tornare i conti le aziende hanno iniziato a cercare fornitori e clienti più vicini, ma anche deciso di puntare sulla qualità. Certo è che, secondo quanto emerge dalla fotografia scattata da Intesa Sanpaolo, l’Italia nei prossimi anni dovrà provare a colmare il divario in termini di investimenti che ha con la Germania: tra il 2008 e il 2021 in Italia e Lombardia sono calati del 10%, mentre in Germania sono aumentati del 18%. "Le imprese sono penalizzate dall’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime, per questo è doveroso sostenerle con misure straordinarie e stimolando allo stesso tempo nuovi investimenti volti ad aumentare l’indipendenza energetica e accrescere l’utilizzo di energie rinnovabili", l’impegno di Pierluigi Monceri (nella foto), direttore regionale Milano, Monza e Brianza di Intesa Sanpaolo. Il primo gruppo bancario italiano ha già messo complessivamente in campo 30 miliardi, di cui 12 per fronteggiare la crisi dell’energia avviando proprio in queste settimane un nuovo plafond da 2 miliardi di euro in aggiunta ai 10 miliardi annunciati a giugno per favorire investimenti in energie rinnovabili e permettere alle aziende di affrontare i rincari energetici.