ANTONIO CACCAMO
Cronaca

Le invenzioni St patrimonio dell’umanità

L’attestato in passato è stato riservato all’opera di Alessandro Volta e Guglielmo Marconi, per la prima volta in Italia va ad un’azienda

di Antonio Caccamo

Capolavori italiani patrimonio dell’umanità, non nati però dalla mano di un pittore ma dalle idee degli ingegneri in laboratorio. La IEEE, la più grande organizzazione professionale tecnica al mondo per il progresso della tecnologia, ha riconosciuto che l’invenzione BCD (Bipolar Cmos Dmos), inventata e sviluppata da STMicroelectronics (allora SGS di Agrate Brianza, dove nel 1957 cominciò la storia della microelettronica in Italia) negli anni Ottanta, è una pietra miliare nella storia del progresso tecnologico dell’umanità.

È un attestato che in passato è stato riservato all’opera di Alessandro Volta o Guglielmo Marconi o ancora Enrico Fermi, ma è la prima volta in Italia, e la seconda in Europa, che viene assegnato ad un’azienda. La ST, fra le maggiori società di semiconduttori al mondo, con ricavi nel 2020 dci 10,2 miliardi di dollari, ha 46mila dipendenti, 11 siti produttivi, più di 100mila clienti, centri di ricerca e sviluppo avanzati e 80 uffici vendite in 35 Paesi. Leader nell’innovazione tecnologica: circa 7.800 persone impegnate in attività di R&S e progettazione di prodotto, circa 18.500 brevetti, circa 9.600 famiglie di brevetti e circa 590 nuove domande di brevetto depositate nel 2019. Leader tra i produttori di dispositivi integrati, crea soluzioni fondamentali per lo Smart Driving, la guida intelligente, e Internet of Things. La tecnologia BCD, di cui è considerato padre Bruno Murari che in più di 50 anni di attività ha collezionato una gran mole di brevetti e premi, consiste nell’integrare su un unico chip componenti bipolari, transistor di segnale CMOS e di potenza DMOS.

È stata un’invenzione chiave nei circuiti integrati di potenza, nell’industria del silicio. Una cosa complicata da capire per i non addetti ai lavori ma che ha permesso di sviluppare nuove applicazioni in svariati settori, come l’industria automobilistica e la successiva elettrificazione dei veicoli, il controllo elettronico del motore, audio di potenza, delle periferiche per computer, industriali e delle telecomunicazioni. È una storia cominciata nel 1983. E già nella seconda metà degli anni Ottanta, i primi due chip che arrivano sul mercato, sono un alimentatore e un controllo motore. Della prima generazione di BCD fanno parte anche chip per le applicazioni audio, ora sempre più spesso con fonti di segnale digitali, e chip per le ultime macchine da scrivere elettroniche Olivetti. Quest’ultimo mercato si esaurirà presto per mano del nuovo personal computer, ma nasce subito quello degli hard disk driver, poi quello dei server, e quello degli alimentatori. Il riconoscimento sarà festeggiato in un grande evento on line. Parteciperanno i presidenti di IEEE per il mondo, la Regione 8 e l’Italia, insieme al President & Ceo di ST, Jean-Marc Chery, e all’amministratore delegato di ST Italia, Orio Bellezza. "Ascolteremo le testimonianze di alcuni dei protagonisti di questa sfida che nel 1983 sembrava impossibile vincere e invece nel 1985 esistevano già i primi prodotti". Una storia a lieto fine che dimostra come in Italia sia possibile fare ricerca di altissimo livello, a beneficio dell’umanità.