
L’avvocata senegalese Amina, la prima in Italia
"Mio padre è arrivato in Italia dal Senegal nell’89 e mia mamma l’ha raggiunto nel ‘90 dopo che si sono sposati. Loro fortunatamente senza dover passare per una rotta tragica. Io sono nata nel ‘92, sono stata la prima dei quattro figli ad andare all’università e ora sto percorrendo la carriera forense". Aminata Gueye, detta Amina, 31 anni, di Seregno, è la prima senegalese avvocata in Italia. Dopo avere frequentato le scuole superiori al Levi di Seregno ed essersi laureata in Giurisprudenza alla Bicocca di Milano, ha svolto il tirocinio al Tribunale di Monza, ottenuto con una borsa di studio, con il giudice civile Alberto Crivelli e il giudice penale Alessandro Rossato e contemporaneamente il praticantato in uno studio legale monzese. Fino a sostenere l’esame di abilitazione e iscriversi nell’Albo dell’Ordine degli avvocati di Monza e Brianza.
Amina ha sempre desiderato diventare avvocato. "Per me è una sorta di vocazione, fin dalle scuole superiori. Ho una vera passione per il diritto e ce l’ho messa tutta. Sapevo che la strada non sarebbe stata semplice, ma non ho mai esitato". Attualmente Amina lavora in uno studio legale di Seregno specializzato in diritto bancario e civile. E continuerà a mantenere l’attenzione anche ai diritti dei migranti, argomento su cui ha scritto la sua tesi in Diritto degli stranieri. "Una materia che mi è piaciuta tantissimo perché rispecchia le problematiche vissute dai miei genito, amici e parenti - spiega - La tesi l’ho scelta sul rimpatrio volontario assistito, argomento trattato poco a livello accademico. Tratta dei programmi che incentivano il rimpatrio, che però non sono conosciuti dalla maggior parte degli stranieri e del fatto che invece, ad esempio, i contributi versati per anni dagli stranieri in Italia non si possono riscuotere in anticipo se si decide di tornare nel proprio Paese d’origine".
Amina è consapevole del suo ruolo. "Alla comunità senegalese fa piacere sapere che ci sia qualcuno che li rappresenti e per me è un grande onore". Nega di avere mai subìto discriminazioni. "Mi è solo capitato di essere guardata in modo diverso. Ci sono ancora persone con pregiudizi, di lavoro da fare ce n’è tanto e spero di poter dare il mio contributo".