L’area nobile di Frette al Comune

Il sindaco Mauro Capitanio ha confermato che entro fine anno sarà acquisita un’altra tranche dell’ex fabbrica

Migration

di Barbara Calderola

Prima il discount e le palazzine al posto dei telai che filavano la biancheria dei Savoia, ora il museo. Concorezzo si compra un pezzo di storia per riportare all’antico splendore gli inconfondibili edifici "a stecca", gialli, affacciati su via Dante. Parte così la seconda tranche dell’operazione Frette dal sapore squisitamente culturale, un sogno accarezzato già dalla vecchia giunta Borgonovo che arriva in porto adesso. Ieri, il sindaco Mauro Capitanio ha confermato che entro fine anno il Comune acquisirà la parte nobile dell’area, costo 580mila euro, necessari per assicurarsi i mille metri quadrati che mancavano al restyling fra commerciale e residenziale chiuso nel 2018.

"Un atto storico per la città", dice il primo cittadino che ha ottenuto il via libera del Consiglio per l’acquisizione degli edifici costruiti alla fine del 1800 dall’imprenditore francese Edmond Frette per la vendita a domicilio con catalogo, oggi esempio di archeologia industriale. Comprendono uffici e sale di rappresentanza, la casa del custode, la mensa e i primi magazzini. L’amministrazione intende crearvi un polo con servizi che riportino il pubblico in queste stanze. Cosa precisamente si deciderà attraverso un bando che selezionerà un operatore per ristrutturare e dare nuova vita del complesso. "Il museo è il nostro obiettivo - spiegano Capitano e la sua vice Micaela Zaninelli – vogliamo mantenere un pezzo di memoria dove l’azienda è nata". Quella del tessile è una tradizione concorezzese tanto che i suoi abitanti furono soprannominati "gugiroeu", cioè produttori di aghi e spille.

A tenere alto il nome della città nel mondo restano i nastrifici specializzati in prodotti per l’abbigliamento. Sono circa dieci aziende che danno lavoro a più di 600 persone. Frette, Fornitrice della Real Casa, arrivò nel 1860, seguita da BBB Lane. La sede fu ampliata nel 1886 per diventare il terzo stabilimento brianzolo dopo quello di Monza e Sovico. Più di 500 dinastie nobiliari europee le commissionarono biancheria. Tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900 i suoi corredi aristocratici hanno abbellito la Basilica di San Pietro, gli alberghi George V, Ritz di Parigi, Savoy di Londra, Cipriani di Venezia e Mayfair Regent di New York, i leggendari Orient Express e Titanic. Una tradizione che sarà tramandata. L’intera conversione dal 2017 a oggi ha interessato un terreno di 26mila metri quadrati, prima coperto dalla fabbrica, tra il quartiere dell’ex dogana e la provinciale Monza-Trezzo.