Disastro ambientale nel Lambro, paga solo il custode: disastro compiuto con ignoti

Condannato soltanto il custode per lo scempio ambientale alla Lombarda Petroli. È la sentenza pronunciata dal Tribunale di Monza, che ha inflitto 5 anni di reclusione per disastro doloso in concorso. Ma con ignoti, stando almeno a quanto fa intendere la decisione del giudice di Stefania Totaro

Disastro ambientale nel Lambro

Disastro ambientale nel Lambro

Villasanta (Monza), 23 ottobre 2014 - Condannato soltanto il custode per lo scempio ambientale alla Lombarda Petroli (FOTO). È la sentenza pronunciata dal Tribunale di Monza, che ha inflitto 5 anni di reclusione per disastro doloso in concorso. Ma con ignoti, stando almeno a quanto fa intendere la decisione del giudice. Unico colpevole ufficiale, in primo grado, Giorgio Crespi, il custode quarantenne della ex raffineria dismessa e trasformata in sito di stoccaggio di idrocarburi di Villasanta, dove nella notte del 22 febbraio 2010 vennero sversate nel Lambro almeno 2.400 tonnellate di gasolio e oli combustibili. Una marea nera che arrivò fino alla foce del Po sul mar Adriatico. Assolti invece «per non avere commesso il fatto» dall’accusa di disastro doloso i titolari della Lombarda Petroli, i cugini Giuseppe e Rinaldo Tagliabue e il direttore Vincenzo Castagnoli.

Giuseppe Tagliabue è stato condannato a 1 anno di reclusione con la pena sospesa e la non menzione della condanna sul certificato penale. Ma soltanto per falso nelle attestazioni sulle quantità di prodotti depositati nei serbatoi (ma solo per il periodo dopo il 2007, perché per il periodo precedente i reati sono prescritti) e violazione delle normative sulla sicurezza sui luoghi di lavoro. Giuseppe Tagliabue è stato anche condannato (insieme al responsabile civile, la società Lombarda Petroli) al risarcimento dei danni all’Agenzia delle Dogane. Mentre i giudici hanno addossato al solo custode dell’impianto, che non si è mai presentato al processo, il risarcimento dei danni alle altre 16 parti civili, amministrazioni statali, regionali, provinciali e comunali e associazioni ambientaliste, riconoscendo provvisionali di 5 milioni di euro al Ministero per l’Ambiente, di 1,5 milioni a Regione Lombardia, di 300 mila euro a Enel Green Power, di 94 mila euro a Regione Emilia Romagna. Soldi che il custode svanito nel nulla non può pagare e non pagherà mai.

La Procura di Monza aveva chiesto per tutti gli imputati la condanna per disastro doloso con pene da 5 anni a 2 anni e mezzo di reclusione (la pena minore per il custode, imputato solo di omesso controllo). Per le pm Donata Costa e Emma Gambardella lo sversamento alla Lombarda Petroli è stato inscenato «per rendere impossibile ricostruire le quantità di idrocarburi stipate nel deposito e quindi evitare sanzioni per le violazioni nel pagamento delle tasse a pochi mesi dalla chiusura dell’impianto prevista nel giugno 2010». Gli imputati hanno sostenuto che lo sversamento ha causato a loro e all’azienda costi molto più ingenti rispetto alle tasse da saldare. Intanto, dopo oltre quattro anni, il Lambro ha assorbito l’impatto del petrolio. Che ha comunque lasciato danni irreversibili all’ecosistema. Tutto il corso del fiume, da Villasanta a Orio Litta, nel Lodigiano, ha subito un pesante impatto ambientale.

stefania.totaro@ilgiorno.net