Vimercate, processo Smile bis: la zarina dei denti vuole patteggiare

Processo Canegrati: parti civili Asst, Regione e Ordine dei medici

La protesta dei lavoratori Servicedent

La protesta dei lavoratori Servicedent

Monza, 6 aprile 2019 - Patteggiamenti in vista per Lady Dentiera e altri imputati nell’inchiesta “Smile bis”, dove si costituiscono parti civili la Azienda socio sanitaria territoriale di Vimercate, la Regione Lombardia e l’Ordine provinciale dei medici. Ieri mattina si è tenuta l’udienza preliminare davanti al giudice del Tribunale di Monza Cristina Di Censo per il secondo troncone della maxi indagine denominata “Smile” della Procura di Monza che vede al centro l’imprenditrice monzese Maria Paola Canegrati, manager dei services odontoiatrici privati “piazzati” all’interno delle strutture pubbliche ospedaliere in Brianza e Lombardia.

Nel mirinodella giustizia accuse vecchie e nuove, che riguardano anche alcuni dirigenti e funzionari dell’ex Azienda Ospedaliera di Desio e Vimercate. La pm monzese Manuela Massenz ha chiesto il rinvio a giudizio di Maria Paola Canegrati per bancarotta fraudolenta per il fallimento della Servicedent di Monza, per cui è in corso il concordato preventivo deciso dal Tribunale fallimentare di Monza, dando una speranza ai 600 lavoratori dell’azienda che fino al 2015 è stata dell’imprenditrice monzese dell’odontoiatria. La Canegrati è poi imputata di truffa e tentata truffa aggravata per 345mila euro per avere utilizzato il sistema delle ricette mediche con prestazioni odontoiatriche raddoppiate per avere un rimborso doppio dal servizio sanitario nazionale: nei suoi ambulatori, per le prestazioni per cui i pazienti pagavano soltanto il ticket regionale, il medico firmava la prescrizione in bianco e le impiegate compilavano ogni trattamento moltiplicato per due.

Un raggiro che era ben noto, secondo la pubblica accusa, all’allora Azienda ospedaliera di Desio e Vimercate, che ne riceveva da contratto il 24 per cento. Infine la Zarina delle protesi, con il commercialista Giancarlo Marchetti (entrambi stanno trattando per un patteggiamento, così come altri imputati minori) sono accusati di false fatturazioni emesse da società inglesi e canadesi per 1,8 ml di euro con conseguente evasione fiscale di 445mila euro finiti all’estero. La riforma sul reato di appropriazione indebita (che prevede per procedere penalmente l’esistenza delle querele delle parti offese) ha invece salvato Maria Paola dall’accusa per le spese “pazze”, pari a complessivi 2,6 milioni di euro, fatte per sé e per “oliare” i corrotti, tra cui conti da migliaia di euro in negozi di abbigliamento e pelletteria, Rolex, gioielli, quadri e altre opere d’arte. Pagati con soldi ritenuti sottratti alle società di cui era amministratore unico, la Servicedent e la Elledent.

La richiesta di rinvio a giudizio è arrivata anche per gli indagati nell’inchiesta che non avevano avuto misure di custodia cautelare. Dei presunti reati di corruzione e di turbativa d’asta devono rispondere invece l’ex direttore generale dell’Azienda Ospedaliera di Desio e Vimercate Pietro Caltagirone e l’allora direttrice amministrativa Isabella Galluzzo, mentre solo di turbativa d’asta l’allora responsabile dell’ufficio appalti Gennaro Rizzo. È stata chiesta l’archiviazione “per tenuità del fatto” per l’altra direttrice amministrativa Patrizia Pedrotti e per la dipendente Antonietta Roselli e prescritta la posizione della collega Cristina Clementi