
Rosella Stucchi trasmette da sempre i valori della Resistenza ai giovani
Certe telefonate arrivano quando meno te le aspetti, ma restano incise per sempre. È successo ieri a Rosella Stucchi (foto), memoria vivente della Resistenza, quando, appena sbarcata in Sardegna per una breve vacanza, ha ricevuto la notizia che il Comune le ha conferito la massima onorificenza cittadina, il Giovannino d’Oro. Un riconoscimento tanto inatteso quanto meritato, che l’ha profondamente emozionata. "Quando ha risposto al telefono, non ci credeva, si è commossa – racconta il marito Franco Isman, compagno di Rosella nell’impegno civico della memoria –. Questo premio arriva al cuore, dopo una vita spesa per trasmettere ai giovani il valore della libertà e della democrazia". A orchestrare la sorpresa è stata la nipote Marta, affiancata dalla famiglia e dalle sezioni monzesi e provinciali dell’Anpi. "Marta si è chiesta perché la nonna non fosse mai stata candidata – rivela Isman –. Così abbiamo presentato la proposta a maggio. Non c’è stato bisogno di raccogliere firme, Rosella è conosciuta e stimata in tante realtà cittadine, dal Museo Etnologico agli Alpini, dall’Anpi all’associazione Novaluna". Rosella Stucchi, figlia del comandante partigiano Giovanni Battista Stucchi, è stata presidente dell’Anpi di Monza per 18 anni e oggi ne è presidente onoraria. Il suo impegno civile, iniziato tra i banchi di scuola come insegnante, non si è mai fermato. La sua voce è tra le più autorevoli quando si parla di memoria storica e valori costituzionali, che con passione porta nelle scuole, tra i giovani.
"Penso spesso a mio padre – ha detto recentemente durante le celebrazioni per l’80° anniversario della Liberazione –. Era un uomo coraggioso, sempre pronto a mediare. Io sono figlia unica e i miei quattro figli con lui hanno avuto un rapporto speciale. Hanno capito fin da piccoli le sue qualità. Siamo in un momento storico brutto, per cui oggi è importante più che mai trasmettere ai ragazzi i valori della Costituzione, nati come esito della Resistenza". Ma il suo impegno è stato sempre condiviso. Al suo fianco, il marito Franco Isman, ebreo triestino vittima delle leggi razziali del 1938, che conobbe Rosella a Monza nel Dopoguerra (nel ‘52), sposandola nel 1960. Una relazione nata nel tempo della ricostruzione, diventata un percorso comune di testimonianza e memoria.
A.S.