REDAZIONE MONZA BRIANZA

La sfida del teatro: "Facciamo uscire le persone di casa"

Il direttore del Villoresi: 700 abbonati dal nulla

Gennaro D’Avanzo direttore artistico del teatro Villoresi Vanta 42 anni di direzione del teatro Nuovo e San Babila di Milano

Gennaro D’Avanzo direttore artistico del teatro Villoresi Vanta 42 anni di direzione del teatro Nuovo e San Babila di Milano

A Monza manca la sinergia fra i tre teatri della città. Bisogna uscire dagli uffici e cogliere ogni occasione per portare la cultura all’aperto, non solo per la sagra di San Giovanni: opera, musica, teatro e saltimbanchi devono popolare la città anche in altri periodi. I direttori artistici devono uscire, incontrare la gente e accoglierla a teatro. Ho più volte proposto alle amministrazioni comunali dei diversi colori e ai colleghi direttori artistici di incontrarci una volta al mese per una programmazione congiunta, ma senza successo. Monza al 54esimo posto in Italia per cultura? Certo, alle 19 non c’è più nulla e il centro della città è deserto.

Questa la ricetta per il rilancio della cultura, di Gennaro D’Avanzo, direttore artistico del teatro Villoresi di Monza, approdato in città dopo 42 anni di direzione del teatro Nuovo e San Babila di Milano. D’Avanzo fa notare come, dati Istat alla mano, in Italia va a teatro il 4% della popolazione. Su 123 mila abitanti, sarebbero quasi 5mila persone. Con una programmazione e una promozione ottimizzata e congiunta, se il Villoresi ha 500 posti per due serate sarebbero 1000 persone; il Manzoni con 800 posti in 3 serate potrebbe accoglierne 2400 e il Binario 7 con 350 posti, ben 700 persone in due serate e molte altre con le diverse proposte. Gennaro D’Avanzo, 72 anni, una vita per il teatro, non smette di accogliere i suoi ospiti a uno a uno.

"Facciamo uscire le persone di casa e accogliamole nella nostra casa che è il teatro", racconta con passione, mentre controlla che i vetri siano puliti, che il riscaldamento funzioni, distribuisce pieghevoli e incontra il suo potenziale pubblico in piazza, al bar, per le strade. Organizza esperienze in teatro per le scuole, spiegando cos’è il sipario, la cantinella, la quarta parete e fa salire i ragazzi sul palco, offrendo l’emozione di recitare una poesia. I teenager rimangono estasiati, molti non erano mai entrati in un teatro, non sapevano dell’esistenza del Villoresi, conoscendo poco anche gli altri teatri della città. "Solo così – racconta D’Avanzo – il teatro Villoresi che era chiuso, ha ripreso vita. Ad oggi abbiamo 700 abbonati. Si tratta per la maggior parte di un pubblico in là con gli anni? Beh, il 50% dei monzesi ha più di 50 anni e il 15% ne ha più di 65. Incominciamo offrendo loro personaggi di fama consolidata, come Marisa Laurito e Maurizio Colombi, poi proponiamo anche le giovani compagnie: il pubblico già ti conosce e si fida".

Per questo motivo non esiste concorrenza fra i tre teatri, che hanno differenti programmazioni e insieme possono dare un’offerta per tutti i gusti. Certo non può mancare il supporto dell’amministrazione: "Il nostro teatro non percepisce alcun contributo – lamenta D’Avanzo – in questi giorni porto in scena il balletto Schiaccianoci e con le nostre sole forze ho potuto affiggere 50 manifesti. Il Manzoni, con il supporto del Comune, ha una potenza di fuoco di gran lunga maggiore. Dovremmo fare scambi di manifesti: mettendo a sistema risorse, contatti e competenze si potrebbe offrire molto di più alla città, anche durante le serate infrasettimanali. Però occorre che i direttori artistici vivano Monza a 360 gradi e lavorino insieme".

Per fine d’anno al Villoresi è prevista la “Band Tributo Italiano“: evergreen anni ‘70, ‘80, ‘90, dalle 22.15 alle 23.50. Poi una fetta di panettone, una bottiglia di spumante a coppia, per brindare tutti insieme in piazza.

C.B.