La periferia delle periferie Cederna e Cantalupo Il quartiere di “serie Z“ riparte dall’ex cotonificio

La crescita incontrollata durante il boom economico rese difficili accoglienza e convivenza "Era una vergogna dire dove abitavamo, adesso il rione dormitorio punta a una nuova vitalità".

La periferia delle periferie  Cederna e Cantalupo  Il quartiere di “serie Z“  riparte dall’ex cotonificio

La periferia delle periferie Cederna e Cantalupo Il quartiere di “serie Z“ riparte dall’ex cotonificio

di Cristina Bertolini

Cederna e Cantalupo è un unico grande quartiere. C’è chi lo ama e pure chi se lo deve fare andar bene. È il rione nato negli anni Venti attorno al cotonificio di Antonio Cederna. L’imprenditore volle costruire alla sua fabbrica le abitazioni per le maestranze (che negli anni Trenta erano quasi 2.000), la piccola chiesa di San Francesco, l’asilo, il teatro e il dopolavoro. Ma è con il boom economico che il quartiere vide una crescita incontrollata a 8mila abitanti nel 1965 e poi 12mila nel 1969. L’amministrazione comunale si trovò a dover gestire l’emergenza abitativa per numerosi immigrati provenienti dal Sud. L’Ina costruì fabbricati in via Brunelleschi per 145 famiglie, Iacp per 385, Ises per 80 e nel 1968 si conclusero i lavori delle case Gescal con 193 appartamenti. Con il tempo si formò un grosso agglomerato con 5mila famiglie, nominato Cantalupo, dalle omonime cascine, sul perimetro a est del quartiere. Mancando strutture sociali, culturali e ricreative si generarono grandi disagi di integrazione e di adattamento. Era diventato il quartiere dormitorio.

In città era quasi una vergogna dire di abitare a Cederna-Cantalupo. Ma la storia, nel tempo, è cambiata. In meglio. "Abito a Cantalupo dal 1974 – racconta Paola Prampolini, ex insegnante al liceo Carlo Porta –. Nel pensiero dei monzesi è sempre stato considerato di serie Z e io mi sentivo a disagio a dire di abitarci. Ho sofferto a lungo di un disagio che chiamavo “cedernite“. Ora avrei la possibilità di trasferirmi, ma non lo faccio, un po’ per non affrontare alla mia età la fatica di un trasloco, ma soprattutto perché ho conosciuto meglio il quartiere, ho trovato tante persone di valore, ho finito per amare Cederna. Spero che la Consulta sappia fare pressione sull’Amministrazione affinché si prenda cura del quartiere e smetta di considerarlo solo una periferia". Elisa Bompadre, invece, ha voluto lanciare il sondaggio “Cosa succede in Cederna“, chiedendo cosa piace e cosa non piace e cosa potrebbe andare meglio. Hanno risposto oltre 200 cittadini. Per gli scontenti il quartiere è sporco e squallido, sopratutto in via Della Robbia, trafficato e con pochi controlli. Senza dimenticare il fatto che mancano posti di ritrovo per anziani e per i giovani. "Da disabile è un incubo – sbotta un passante –. I marciapiedi sono rotti dalle radici degli alberi, oltre che altissimi per non si sa quale motivo, le rampe che hanno fatto nuove hanno pendenze impossibili".

I cittadini lamentano l’assenza di una palestra piuttosto che un centro culturale o una biblioteca, anche se adesso con il progetto di riqualificazione dell’ex cotonificio la prospettiva è cambiata. Bike park e Scuola di circo sono corsi a pagamento: ci vorrebbero poli attrattivi per i giovani a prezzi calmierati. "Attorno ai bar vicini al capolinea del pullman z206 non sempre il clima è tranquillo, in zona Pellegrini e nei giardinetti si vedono giovani che spacciano e consumanto droga, per non parlare delle discariche abusive in via Zuccoli e delle auto abbandonate, spesso senza assicurazione", denunciano gli abitanti del quartiere. "Sono soddisfatta delle risposte che i cittadini hanno dato – commenta la promotrice deòl sondaggio popolare –. Il quartiere piace per il senso di comunità e appartenenza che si respira. Il traffico è cresciuto perché siamo una grande città, la viabilità andrebbe ripensata in tutti i quartieri".

Ma molti considerano comunque il rione "piacevole e ben servito. Un quartiere tranquillo, non percepito come pericoloso. È un quartiere verde e con molti giardini in cui i ragazzi posso riunirsi. Pur non essendo un quartiere centrale, è vivo, negozi, farmacia, banche, uffici postali, scuole. Via Rota in particolare è servita di tutto. È variegato e come se fosse un piccolo paese". Recentemente è migliorato notevolmente, grazie al recupero della ex cotonificio di Cederna. Si trova a pochi passi dal viale delle Industrie, arteria principale per il collegamento tra la città e l’autostrada A4.