La medicina dell’arte colora il San Gerardo

La palazzina accoglienza dell’ospedale si trasforma in una galleria "Forse la bellezza non salverà il mondo, ma è un sostegno alla cura"

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di Cristina Bertolini

L’arte entra in ospedale e trasforma la Palazzina Accoglienza del San Gerardo in una galleria. Da qualche giorno è iniziata la contaminazione artistica, dove l’arte contemporanea assume valore terapeutico, come spiega Felice Terrabuio, che insieme a Roberto Spadea, promotore di Streetartpiu, ha partecipato al bando per esposizioni artistico-culturali a titolo gratuito. L’iniziativa di Asst Monza mira a raccogliere, nel rispetto dei principi di trasparenza e pari opportunità, la disponibilità di enti o associazioni o privati, ad esporre opere artistiche o di ingegno negli spazi ospedalieri. Si chiama “Hospital’Art. Osped’Art“, la proposta di arte in ospedale, "per elevare la temperatura emotiva e la qualità dei vissuti e delle relazioni umane di pazienti, familiari e personale, grazie alla intelligenza e all’ironia dell’arte contemporanea", come sottolinea Vittorio Raschetti, critico d’arte.

L’ospedale San Gerardo ha scelto di impegnarsi in un progetto espositivo diffuso, da rinnovare ciclicamente con progetti specificamente dedicati. Sono diversi gli artisti invitati a questa prima edizione: Andrea Arrigoni, Mauro Calvi, Carlo Cecaro, Maurizio Galimberti, Roberto Spadea, Felice Terrabuio, Umberto Voxci alias Joe Palla, e a seguire Elisa Mapelli, Giordano Redaelli, Sonia Scaccabarozzi. "Che sia Chagall o Cattelan, l’arte si sa, fa bene alla salute", sottolineano i curatori della mostra.

"Coniugare arte e medicina serve a creare un ambiente confortevole anche con uno scopo terapeutico: l’arte può confortare, distrarre ed emozionare i pazienti dalla realtà in cui si trovano. Attraverso giochi di luce, linee e colore si può creare una convivenza più positiva all’interno di questi luoghi dediti alla cura – spiega Felice Terrabuio – L’arte contemporanea, anche quando non riusciamo a capirla, ci pone domande, suggestioni, e ci offre scorci che, spesso, non riusciamo a vedere ma che in realtà è molto di più di quello che sembra e mette in relazione in questo caso pazienti e visitatori. L’ennesima occasione per far dialogare cura e arte, accompagnando chi ci soggiorna o ci lavora in un nuovo viaggio culturale in nuovi spazi espositivi per nuove emozioni da condividere".

L’architetto monzese, con Roberto Spadea, non è nuovo agli esperimenti di arte diffusa in città: negli anni scorsi hanno proposto provocazioni artistiche con pantaloni colorati appesi ai pali o balle di fieno riconvertite in opere d’arte e il MiMuMo (Micromuseo di Monza), in via Teodolinda. "Ospitare arte in ospedale – commenta il direttore generale della ASST Monza Silvano Casazza – rappresenta un momento culturale che non si limita solo al miglioramento della qualità estetica degli spazi di cura, ma si traduce anche in un percorso già avviato negli anni precedenti: l’ospedale non è solo un luogo di cura ma anche di cultura. E il connubio di questo progetto, arte e creatività, proprio nei pressi di un luogo deputato alla cura, esce dagli schemi e racchiude l’idea della riflessione e dell’incontro tra arte e cura".