ALESSANDRO SALEMI
Cronaca

La Liberazione dei giovani. I quattordicenni in piazza: "Impariamo dalla storia"

Sotto il Monumento ai Caduti la parola agli studenti delle medie Leonardo. Lorenzo: "Spero di non dover imbracciare le armi per difendere la democrazia".

Sotto il Monumento ai Caduti la parola agli studenti delle medie Leonardo. Lorenzo: "Spero di non dover imbracciare le armi per difendere la democrazia".

Sotto il Monumento ai Caduti la parola agli studenti delle medie Leonardo. Lorenzo: "Spero di non dover imbracciare le armi per difendere la democrazia".

"Noi a scuola studiamo la storia per non dimenticare gli errori passati, eppure ancora oggi si combattono guerre. Mi trovo a parlare di fronte al Monumento ai Caduti, a nomi di partigiani che hanno combattuto per donarci la libertà di scegliere, di vivere, di amare. Dobbiamo ricordare chi ha dato la propria vita per noi, mantenere viva la loro testimonianza".

Matilde Calabrese è una giovane studentessa della scuola media Leonardo Da Vinci. A lei e a un altro studente, entrambi emozionati, è toccato prendere la parola subito dopo l’alzabandiera e l’inno nazionale. La Festa della Liberazione di quest’anno, a Monza, ha avuto un sapore speciale, un 80° anniversario che ha spinto più persone del solito a scendere in piazza e per le strade. Tutto si è aperto alle 9 con la messa alla cappella del cimitero, la deposizione di una corona d’alloro al campo dei Caduti della Resistenza, alla stele Anei (Associazione nazionale ex internati) e al campo dei Caduti di tutte le guerre. Poi il corteo da piazza Citterio, guidato dalla Sarabanda di Cederna sulle note di Bella Ciao, fino a una piazza Trento e Trieste gremita.

"Dobbiamo ricordare chi ha dato la propria vita per noi, mantenere viva la loro testimonianza. Erano uomini e donne come noi – ha detto la studentessa – e con la loro azione hanno liberato anche se stessi. Tocca a noi combattere le nuove battaglie per rendere il mondo un luogo migliore. La libertà è come un fiore, è fragile. Non scordiamoci dei nostri sbagli, ma impariamo da essi".

"Ho scoperto che molti partigiani e partigiane erano molto giovani – ha aggiunto lo studente Lorenzo Garibaldi –, io da quattordicenne auspico di non dover imbracciare le armi per difendere la libertà e la democrazia". Qui si è interrotto, per il grande applauso del pubblico. "Tutti noi speriamo di non cadere in tempi così bui – ha ripreso –. Nella Costituzione c’è scritto che l’Italia ripudia la guerra. Dobbiamo combattere con la forza delle idee, non con cannoni e missili. Tutti possono dare il loro contributo, come fecero i giovani partigiani e partigiane che hanno liberato l’Italia dal nazifascismo".

Accalorate le parole della presidente dell’Anpi, Emanuela Manco, che ha ricordato il Papa appena scomparso. "Oggi si celebrano gli 80 anni della vittoria del bene sul male – ha detto dal Monumento ai caduti – c’era tanta gioia ma anche tristezza allora. Dobbiamo continuare a contrapporre la libertà all’oppressione, la pace alla guerra. Come si augurava Papa Francesco, vorrei tornare a sperare che la pace sia possibile". Subito dopo, una grande ovazione ha accolto Rosella Stucchi, figlia del comandante partigiano monzese Giovanni Battista Stucchi e presidente onoraria dell’Anpi Monza, che al microfono ha ricordato la temperanza e la lungimiranza del padre durante le difficili battaglie della Resistenza, e quella frase scelta dall’associazione da abbinare ai suoi partigiani: "Abbiamo combattuto per i diritti di tutti, non per i privilegi di pochi".