La dottoressa e i bambini siriani "Un dolore che non si dimentica"

Camilla Baserga, di Meda, è medico chirurgo maxillo facciale all’ospedale Galeazzi Sant‘Ambrogio. Con tre colleghi del Gruppo San Donato è stata tra i primi a portare soccorso nelle zone del terremoto

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di Sonia Ronconi

"Uno strazio vedere tanto dolore. Come medico la gestione della sofferenza fa parte del mio delicato compito. Ma dopo avere visto tanta sofferenza, povertà e immagini inenarrabili nella mia esperienza in Siria, sono io a dovere elaborare il tormento, la povertà e l’ingiustizia".

Camilla Baserga, medico chirurgo maxillo facciale all’ospedale Galeazzi Sant‘Ambrogio, è stata tra i primi a partire per la Siria terremotata. "Questa terra, già in guerra dal 2011, ha anche dovuto sopportare questo disastroso terremoto. Piove sul bagnato", si sfoga la dottoressa Baserga, cresciuta a Meda, dove ancora vive la sua famiglia. Nei giorni scorsi è partita con altri colleghi del Gruppo San Donato su un mezzo dell’aeronautica militare con gli aiti umanitari, è atterrata a Beirut e via terra ha raggiunto Damasco, quindi da qui verso la martoriata Latakia e Aleppo. "Ringrazio i colleghi dell’ospedale che mi hanno sostituita. I primi giorni con Mezzaluna Rossa Siriana, oltre a portare 4 ambulanze, abbiamo distribuito medicinali, dispositivi medici e vestiario per un totale di circa 50mila pezzi. Iil Gruppo San Donato ha inviato anche un’équipe professionale composta da me e altri medici specialisti: insieme abbiamo offerto l’aiuto necessario ai colleghi siriani già presenti sul posto".

"Abbiamo girato alcuni ospedali della Siria, per valutare se qualche malato avesse bisogno di essere portato in Italia per ulteriori cure. Siamo quindi rientrati, dopo una settimana e da qui continuiamo a raccogliere medicinali e beni di prima necessità, restando anche in contatto con gli ospedali – conclude la dottoressa Baserga –. Ringrazio il Gruppo San Donato di avermi fatto vivere un’esperienza così forte. Solo chi si reca in luoghi così disastrati può comprendere le vere tragedie".