
La controrivoluzione Solo parcheggi a pagamento "Poche alternative all’auto Così è una tassa sul lavoro"
di Cristina Bertolini
"Vuoi mettere sempre più parcheggi a pagamento? Va bene, ma prima bisogna pensare a delle valide alternative per rispondere alle esigenze di chi deve muoversi in macchina, soprattutto per lavoro". Altrimenti le strisce blu diventano "una tassa sul lavoro". Monzesi e pendolari che ogni giorno arrivano in città a “timbrare il cartellino“ non hanno accolto di buon grado la decisione dell’amministrazione comunale di eliminare disco orario e sosta libera nel centro storico già a partire dal 1° agosto e di disegnare di blu altri 3mila posteggi in 7 zone della città entro i prossimi due anni. Perplessità persino da chi vorrebbe una città senz’auto, come Renata Andolfi, fisioterapista e biker per passione.
"Abito in via Buonarroti e lavoro in via Dante – racconta – perciò mi sposto sempre in bicicletta. Ma se anche la zona San Biagio sarà a pagamento, quando per qualche motivo dovessi usare l’auto per andare in studio, dalla quarta ora scatta la tariffa a 2,50 euro e diventa davvero un salasso. Pazienza, verrò tassativamente in bicicletta, ma mi metto nei panni di chi abita ad Arcore o a Desio e lavora a Monza: la bici tutte le mattine non è praticabile, soprattutto se uno si deve vestire in modo formale". A quel punto "il parcheggio diventa davvero una voce pesante sullo stipendio. Prima di istituire le strisce blu, bisogna intensificare autobus, navette a prezzi vantaggiosi, metropolitana, oltre a zone a 30 chilometri orari per offrire più sicurezza ai ciclisti. Bisogna mettere i monzesi nelle condizioni da non usare più l’auto in città". Allo stato attuale, dunque, la decisione del Comune "serve solo a fare cassa".
È "solo un palliativo", criticano Cruciano Nasca, Roberto Scarian e Roberto Vinciguerra, promotori del Comitato Aria pulita Monza. "Se si hanno a disposizione 59 minuti di sosta gratuita, si fa in tempo a fare le commissioni, da via Gottardo ad andare in via Col di lana in farmacia con l’auto e da via Boito a portare i bimbi a scuola in auto alla Bachelet". Secondo gli attivisti è mancato il coraggio di chiudere Monza al traffico: "Bisognerebbe chiudere al traffico le strade su cui si affacciano le scuole, negli orari di entrata e uscita - suggerisce Nasca - altrimenti è solo uno strumento per fare cassa". A questo proposito Giorgio Majoli, attivista di Legambiente e coordinatore dei comitati cittadini, pensa a una visione d’insieme: "Il provvedimento potrebbe funzionare, ma aspetto di vederlo inserito nel Piano urbano della mobilità sostenibile del Comune. La scelta isolata è dilettantesca". In centro i posti auto sono già pochi e chi vi si reca usa già ora gli autosilo. Nelle zone periferiche si rischia di mettere in difficoltà i residenti, costretti a comprare gli abbonamenti per parcheggiare davanti a casa. E fa discutere anche l’esenzione per le auto elettriche: "Chi se le può permettere non ha problemi a pagare il parcheggio e creano comunque traffico".
C’è comunque chi vede il bicchiere mezzo pieno. "L’Amministrazione ha accolto le nostre esigenze – riconosce Alessandro Fede Pellone, segretario ConfCommercio Monza Brianza –: avevamo più volte sottolineato che il parcheggio a disco permette al proprietario di aggiornare l’orario di arrivo alla scadenza dei 60 minuti, impedendo così la rotazione dei posti". I commercianti apprezzano anche il sistema degli abbonamenti annuali per i cittadini sprovvisti di box. Mentre "rispetto alla riduzione degli stalli, bisognerà trovare una soluzione e al contrario aumentarli". Qualcuno teme che la rigida regolamentazione dei parcheggi induca a disertare il centro di Monza per lo shopping, a vantaggio dei centri commerciali con parcheggio gratuito. Ma per Fede Pellone il trucco è sempre lo stesso: "Professionalità e competenza al servizio dei clienti".