STEFANIA TOTARO
Cronaca

La beffa del Codice Rosso. Processi lenti “per legge“

Un solo ente accreditato per i trattamenti degli autori di violenza. Ed è a Milano. Nel Centro di Monza, invece, pratiche sospese perché i fondi non sono arrivati.

Un solo ente accreditato per i trattamenti degli autori di violenza. Ed è a Milano. Nel Centro di Monza, invece, pratiche sospese perché i fondi non sono arrivati.

Un solo ente accreditato per i trattamenti degli autori di violenza. Ed è a Milano. Nel Centro di Monza, invece, pratiche sospese perché i fondi non sono arrivati.

Per chi si macchia di reati violenti la riforma Cartabia ha previsto la giustizia riparativa e i programmi terapeutici, ma per il Tribunale di Monza è disponibile un solo Ente e non è nemmeno in provincia. È una delle incongruenze relative ai fatti legati al Codice Rosso, per cui alla Procura monzese vengono aperti in media ben 8 fascicoli penali ogni giorno, soprattutto per maltrattamenti in famiglia o lesioni personali tra coniugi. Una procedura che prevede tempi ristretti per evitare che le violenze tra le mura domestiche o tra ex, che vedono nella stragrande maggioranza vittime le donne, si trasformino in femminicidi. Ma i procedimenti penali per questi reati, quando arrivano a giudizio in Tribunale, si scontrano con le difficoltà di mettere in pratica la normativa prevista dalla recente riforma nata allo scopo di velocizzare i tempi della giustizia. Ottenendo l’effetto contrario. Le criticità emergono dalla relazione sull’anno giudiziario 2024 firmata dalla presidente del Tribunale di Monza, Maria Gabriella Mariconda. "I maggiori problemi dipendono per lo più dal fatto che vi è un unico Ente accreditato (peraltro a Milano e non sul territorio brianzolo) per i programmi trattamentali per gli autori di violenza, il che comporta un grave ritardo nella trattazione dei relativi procedimenti, per non parlare del fatto che non vi è un centro sul territorio brianzolo cui inviare eventuali richieste di giustizia riparativa", spiega la presidente.

La giustizia riparativa "è stata richiesta in due-tre casi per magistrato, ma è stata ammessa solo tre volte complessivamente. Un caso è stato inviato al Centro Italiano per la Promozione della Mediazione di Milano; gli altri due al Comune di Monza, Centro Mediazione e Giustizia Riparativa, ma non hanno avuto concretamente seguito perché l’Ente ha comunicato che il progetto della giustizia riparativa è sospeso non avendo ricevuto gli attesi finanziamenti e che Regione Lombardia non ha ancora comunicato gli esiti della valutazione dei progetti presentati perché è in attesa di verificare l’iter di approvazione dei livelli essenziali di prestazione previsti dall’apposito decreto legislativo del 2022".