Non ha parlato all’interrogatorio di garanzia davanti al gip Giuseppe Bernardini, il 45enne titolare di una pizzeria da asporto a Carate che è finito ai domiciliari per spaccio di droga e morte in conseguenza di altro reato ed è accusato anche di occultamento di cadavere per la morte di Karine Cogliati. La 26enne era stata trovata senza vita a febbraio in una zona impervia alla periferia di Carate. Ieri mattina il 45enne è arrivato insieme al suo avvocato nell’ufficio del giudice Marco Formentin, dove si è avvalso della facoltà di non rispondere. Secondo la ricostruzione dei carabinieri della Compagnia di Seregno, coordinati dal pm Flaminio Forieri, la 26enne è morta per overdose di cocaina, ceduta dall’indagato in una camera di un motel di Lissone, dove il corpo della ragazza è rimasto una notte prima che il pizzaiolo lo trasportasse nel bosco. Un passante lo ha scoperto e ha allertato i carabinieri. Bernardini era scappato in Slovenia, ma i militari lo avevano identificato dall’auto ripresa dalle telecamere della zona.
S.T.