Caso tallio, l’anziana è sempre in coma: le indagini puntano sui piccioni

Sembra eslcusa l'ipotesi di un atto volontario

Le due donne e i loro genitori sono ricoverati in ospedale

Le due donne e i loro genitori sono ricoverati in ospedale

Monza, 2 ottobre 2017 - Resta in coma, e in pericolo di vita, la donna novese di 62 anni, ricoverata in ospedale a Desio per avvelenamento da tallio, contenuto in alcuni topicidi e negli escrementi dei piccioni. Le sue condizioni sono stabili. I medici monitorano la situazione costantemente. Nel frattempo, i carabinieri della Compagnia di Desio proseguono con le indagini per capire come possa essere avvenuto l’avvelenamento. Il giallo resta, ma viene esclusa ogni ipotesi di un atto volontario, inizialmente vagliata: una famiglia per bene, senza nessuna problematica particolare tale da far pensare al gesto di qualcuno. Si stanno indagando tutte le possibili contaminazioni comuni, oltre che alla presenza dei piccioni nel fienile della casa in Friuli dove la famiglia aveva trascorso una vacanza: ed è proprio lì che sono concentrati gli accertamenti, in quanto il tempo d’incubazione è di 30-40 giorni.

Tutto è cominciato lunedì, quando la 62enne e la sorella di 58 anni si sono rivolte al medico curante. La prima ipotesi è quella di un malore. Solo giovedì, persistendo in maniera anomala i problemi, le due sorelle si recano al pronto soccorso, su input dello stesso medico. Al presidio di via Mazzini partono i primi accertamenti e le donne vengono mandate in Neurologia. Venerdì sera la 62enne peggiora. Sulla scorta dei primi esiti delle analisi ottenuti da Pavia si teme un’intossicazione indotta, un avvelenamento. Nella notte i carabinieri di Nova Milanese vagliano ogni strada, fanno i primi sopralluoghi nelle abitazioni e sentono tutti i parenti, indirizzando l’indagine sull’ipotesi accidentale. Resta ancora dubbia la circostanza per cui una sorella abbia avuto pesanti conseguenze e l’altra no, ma potrebbe attribuirsi a peculiarità personali della donna. Rimane in prima fila l’ipotesi che sano state le esalazioni degli escrementi dei piccioni ad avvelenarle. Così come si pensa al pesticida utilizzato per bonificare lo stesso fienile. La priorità adesso è sicuramente cercare di salvare la donna, anche se fondamentale è anche riuscire a capire la causa.