"Ma sei mica frocio?" urlato continuamente dopo il rifiuto di acquistare delle paia di calze, poi la minaccia di riprenderlo con un video, millantando molestie sessuali inesistenti e infine la richiesta di 100 euro per permettergli di allontanarsi. Presunta vittima di questa vicenda, avvenuta la mattina del 16 dicembre del 2020 sul treno Milano-Monza, un 63enne brianzolo che, dopo essere stato preso di mira da due ragazzi, era sceso alla stazione ferroviaria monzese e si era diretto negli uffici della Polfer per sporgere denuncia. Ieri al Tribunale di Monza si è tenuta l’udienza preliminare che vede imputato di tentata estorsione un 25enne napoletano, identificato dalle telecamere, rinviata a giugno per l’impedimento del suo difensore.
Ma a supporto del 63enne nel pomeriggio Brianza Oltre l’Arcobaleno ha dato vita ad un presidio all’Arengario. "Denunciare di aver subito una discriminazione omofobica o una violenza non è facile, ma è necessario – sostiene Oscar Alfonso Innaurato del Direttivo di BOA (nella foto) –. Si deve reagire per contrastare il fenomeno ed evitare che qualcuno si senta libero di agire impunito. Un nostro associato è stato aggredito, insultato, ed ha subito un tentativo di estorsione e con grande determinazione e coraggio è andato fino in fondo, permettendo la cattura di uno dei malviventi". Al presidio, a cui hanno partecipato anche Possibile, Lab Monza, Amnesty International, Cgil e il Pd con l’assessora alle pari opportunità di Monza, Andreina Fumagalli, sono stati chiamati anche "tutti coloro che si indignano per le ingiustizie".
S.T.