In Villa Reale il ’pensatoio’ della ripartenza

L’esperienza di Monza a confronto con le suggestioni di altri luoghi d’arte e cultura per rilanciare il turismo a partire dalla provincia

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di Monica Guzzi

La cultura ci ha nutrito l’anima durante la pandemia, ora ci aiuterà a ripartire. Non solo cibo per lo spirito dunque, ma anche motore della ripresa. È questo il filo rosso che ha legato i diversi momenti della prima giornata di “Dietro le quinte“, l’evento del Gruppo Monrif che ha portato alla Villa Reale di Monza amministratori e addetti ai lavori per un confronto sul post Covid sui temi del turismo e delle arti.

"Durante il lockdown il mondo della cultura ci ha tenuti vivi", ha ricordato aprendo i lavori Michele Brambilla, direttore di QN e “il Resto del Carlino“.

Un’occasione per parlare del turismo ai tempi del virus, con la riscoperta delle città d’arte ma anche dei borghi e in generale della provincia italiana, sui quali si sono accesi pure i riflettori del Padiglione Italia a Dubai in occasione dell’Expo, primo evento mondiale in presenza dopo la pandemia.

Sul palco con il direttore del “Giorno“ Sandro Neri due sindaci, Dario Allevi per Monza e Renata Tosi per Riccione, rappresentativi del modo in cui la provincia è riuscita a mostrarsi resiliente nei confronti della pandemia. Entrambe le città nel 2022 avranno un centenario da celebrare: quello dell’autonomia per Riccione, che prima era una frazione di Rimini, e quello della nascita dell’autodromo per Monza. Punto di partenza, il riconoscimento che "la cultura è il petrolio di questo paese", spiega Allevi, che durante la pandemia ha tenuto aperto il parco - "un grande sfogo per i cittadini costretti al lockdown" - e ha fatto circolare sotto i balconi un autobus con musicisti per tirare su il morale dei suoi concittadini. "Monza è considerata la città dei motori, e per il 2022 ci organizzeremo per promuovere eventi e per abbellire il nostro circuito, ed è considerata anche la città del fare per il suo artigianato. Vogliamo integrare questi modelli con una visione più ampia. Per esempio con Ville Aperte, un format per cui si aprono tutti i beni, pubblici e privati, di solito chiusi al grande pubblico, puntando sulla Villa Reale ma anche sul ruolo di Monza nel circuito longobardo". L’obiettivo è quello di "incrementare il turismo emozionale, culturale ed esperenziale", aggiunge il sindaco, ricordando che "prima del Covid i tre giorni del Gran premio portavano 120 milioni di euro sul territorio".

Per la sindaca Tosi, che ha affidato il masterplan della città all’archistar milanese Stefano Boeri, la sfida passa dalla provocazione, come quella di far nascere un parco nel bel mezzo di viale Ceccarini. "Una provocazione che è anche una opportunità", sottolinea la sindaca. Che non si ferma qui. Riccione infatti sta anche realizzando uno spazio teatrale che sarà anche un laboratorio sperimentale. L’opera sarà pronta per gennaio-febbraio "e sarà anche una residenza teatrale dove sperimentare. Abbiamo portato avanti un’ottima esperienza con Elio Germano durante la pandemia e con la Pergola di Firenze. Abbiamo fatto teatro nelle camere d’albergo e con i visori. E poi abbiamo riscoperto il mare d’inverno".

Un’opportunità nuova per Monza è stata l’estensione di dehor e tavolini che la notte creano una città diversa. Per entrambe le città sarà l’anno della rinascita, anche turistica, dopo il crollo del 2020 e dei primi cinque mesi del 2021. Un futuro prossimo pieno di poppportunità, sottolinea Armando Peres, vicepresidente del Comitato turismo dell’Ocse di Parigi e membro del Comitato permanente del Turismo presso il Mibact.

"Come Italia abbiamo perso tra il 75 e l’80 per cento del giro d’affari, ma il turismo è un settore resiliente. La nostra stagione estiva è andata molto bene e pensiamo di chiudere il 2022 sui liveli del 2019. Ma è giusto accontentarsi dei numeri del passato, oppure dobbiamo pensare a un futuro diverso?".

Un futuro che punta più sui borghi e meno sugli assembramenti cittadini, con l’esperienza del comune pavese di Fortunago, poco più di 300 anime con un teatro di mille posti in costruzione, quello definito nella tacola rotonda condotta dalla direttrice de “La Nazione“, Agnese Pini. E tante oportunità diverse, come quella delle città che di notte diventano territorio dei giovani. Così come giovane, con un’età media di trent’anni, è il pubblico di Expo, come ha spiegato in collegamento dal Padiglione Italia il Commissario generale Paolo Glisenti: "Un pubblico molto diverso da quello di Expo Milano, sensibile al turismo esperenziale, legato alle università, alle città turistiche, ai festival, alle specializzazioni economiche e scientifiche post pandemia. Un’area, quella del Sud Est asiatico, della Cina e del Medio Oriente, che nei prossimi anni genererà le maggiori opportunità turistiche".