
In nome di Antonio Danile, la lotta dalla depressione parte da Monza
Le previsioni sono negative. L’Oms stima che entro il 2030 la depressione possa diventare la principale causa di morte prematura nei Paesi occidentali. In Italia i malati sono 7 milioni e mezzo. Ma combattere è possibile. La conferma viene da Monza: qui ha sede in via Carlo Alberto l’Associazione fondata nel 2019 nel ricordo di Antonio Danile, suicidatosi nel 2018.
Antonio aveva 44 anni e abitava a Meda. Era un apprezzato avvocato ma ha perso la guerra contro la depressione, dopo 20 anni di battaglie. Francesco, il fratello maggiore, e Carolina Manzella, la madre, non si sono però rassegnati. Hanno costituito l’Associazione Antonio Danile col sostegno di amici. Tra questi c’è Alfonso Villa, commercialista monzese, uno dei fondatori. Villa, inoltre, ha messo in contatto la famiglia Danile col Policlinico Universitario Campus Bio-Medico di Roma, in prima linea nello studio della depressione. Nei giorni scorsi la stessa Associazione e l’Associazione Amici del Campus Bio-Medico di Roma – ETS hanno promosso una cena allo Sporting Club di Monza. L’obiettivo era raccogliere fondi per la ricerca. Sono già stati raccolti 150mila euro (metà versati dalla stessa famiglia) destinati al finanziamento di borse di studio. Si stanno sperimentando nuove terapie anti depressione, come la stimolazione magnetica transcranica. "La depressione - ha precisato Francesco Danile - è trasversale. Non fa distinzioni di classi sociali o categorie". Alla serata monzese hanno partecipato anche Giuliano Albergo, responsabile del servizio di psichiatria della Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico, e Giulia Somaini, psichiatra e psicoterapeuta dello studio Lombardini di Monza. Quest’anno Giulia Somaini, che lavora all’Ospedale San Gerardo, ha preso parte come volontaria al Progetto Itaca, che si occupa di prevenire i disturbi della salute mentale. Il programma prevedeva anche incontri con gli studenti monzesi.