Il presidente Teruzzi: "Tanti vanno all’estero per guadagnare di più"

L’appello ai giovani dottori: apritevi un ambulatorio

Il presidente Teruzzi: "Tanti vanno all’estero per guadagnare di più"

Il presidente Teruzzi: "Tanti vanno all’estero per guadagnare di più"

Carlo Maria Teruzzi (nella foto) è il presidente dell’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri della provincia di Monza e Brianza. Nei suoi anni di presidenza ha vissuto il periodo difficile della pandemia da Covid, che ha mostrato in maniera evidente le lacune del sistema sanitario brianzolo e lombardo, in termini di posti letto e personale sanitario, costringendo ad un enorme sacrificio gli operatori intervenuti allora. In questi anni la situazione ha avuto un miglioramento, ma ci si aspettava di più. Dottor Teruzzi che giudizio dà della situazione del sistema sanitario di Monza e Brianza?

"Monza e Brianza sta cercando di riparare alla recente situazione lacunosa. I due bandi attuali per nominare nuovi medici di medicina generale riassesteranno un po’ la condizione della medicina territoriale. Ora stiamo subendo una gobba pensionistica che terminerà nel 2027, anno da cui i pensionamenti saranno meno".

In questo momento chi sta pagando maggiormente scotto, ospedalieri o medici di base?

"Soprattutto gli infermieri. Si fa difficoltà a reclutare infermieri, e non tanto per le università a numero chiuso, ma soprattutto perché molti stanno andando a lavorare all’estero, dove il lavoro è molto più remunerativo".

A suo avviso a livello politico quali sono le maggiori urgenze su cui intervenire?

"Innanzitutto tornare ad investire nel Sistema sanitario nazionale, da anni definanziato. Ormai da decenni è in atto una strisciante privatizzazione della sanità, con miliardi che vengono investiti in sanità privata. Ad alimentarla è anche il welfare aziendale: molti contratti lavorativi oggi prevedono la stipula di un contratto di assicurazione sanitaria. Queste sono tutte risorse deviate dalla fiscalità generale. Poi la legge sull’autonomia differenziata voluta dal ministro Calderoli è da noi molto temuta".

Ritiene che la sanità lombarda potrebbe non beneficiare dell’autonomia differenziata?

"Rischia concretamente di aumentare le diseguaglianze tra nord e sud a livello di assistenza sanitaria, rendendola elevata nel primo caso e molto bassa nel secondo. Questo comporterebbe anche un esodo ancora maggiore di cittadini dal sud al nord per venirsi a curare, rischiando di creare un ulteriore sovraffollamento nelle cliniche del nord, già in difficoltà per questo problema".

È più ottimista o pessimista per il futuro?

"Dipenderà dalle prossime scelte politiche. Qualche segnale positivo c’è. Grazie alle borse di studio della Federazione dei medici adesso a tutti i medici è permesso di accedere alle specialistiche. Il Governo sta investendo per ridurre le liste d’attesa con qualche piccolo miglioramento, ma bisogna tornare a credere fortemente nel Sistema sanitario nazionale. Ai giovani medici dico: apritevi lo studio, non abbiate paura di investire sul vostro lavoro".

A.S.