Il pranzo del 25, un momento da condividere in famiglia

Migration

Desiana ed autrice di una lunga serie di opere narrative spesso ispirate al filone culinario come “Rossini la musica del cibo” e “Artusi Il Bello e il buono”, Ketty Magni è una delle voci più originali dell’editoria gastronomica, quella che guarda avanti ma non rinuncia a trovare ispirazione nella memoria collettiva.

Il suo Graal: "Il cibo è come il linguaggio. È fluido: deve assorbire le novità ma deve anche mantenere i cardini ben fermi che arrivano dal passato".

E per le feste di fine anno, ha idee chiare.

A cominciare dalla sera della Vigilia: "Al di là della vecchia usanza dagli evidenti riferimenti religiosi – spiega – penso che l’abitudine di consumare del pesce sia spiegabile con la necessità di tenersi leggeri in vista del ricco pranzo del 25 dicembre". Che per la scrittrice brianzola è e resta "un momento cruciale da condividere con la famiglia". Il menù natalizio della Magni?

In versione casalinga e comunque nel rispetto della tradizione più pura, senza derive esotiche o stravaganze.

È lei stessa a confermarlo: antipasto a base di crostini di fegatini di pollo, insalata russa, salame Brianza e altri affettati.

A seguire, cappelletti in brodo di cappone, filetto di manzo al vino rosso con crocchette di patate.

E per finire, panettone in versione classica, quindi gelato al fiordilatte con ciliegie cotte nel vino e servite calde. A contorno, mandarini, torroni, tartufi, praline.

Come dire: Natale rassicurante. E per nulla anticonformista.

P.G.