FABIO LUONGO
Cronaca

Il mito di Leda e il cigno in giardino

Due installazioni all’aperto dello scultore Pieralberto Filippi rendono omaggio all’amore e al corteggiamento

di Fabio Luongo

Una rilettura contemporanea del mito di Leda e il cigno, che reinterpreta un soggetto e una composizione artistica ormai classici, motivo d’ispirazione in passato per maestri della pittura come Leonardo, Pontormo e il Correggio. E poi una creazione che rievoca, in maniera originale, l’atto del corteggiamento. Sono le due nuove sculture installate in mostra nel giardino della biblioteca civica di Verano, così da poter essere visibili e ammirabili da chiunque passi di lì, in un’esposizione all’aperto che in tal modo cerca di ovviare all’impossibilità di organizzare eventi con pubblico in questo periodo. A realizzare le due opere – entrambe in acciaio corten – il pittore e scultore brianzolo Pieralberto Filippi, attivo nell’ambiente artistico dagli anni ‘60 e autore di una ricerca che si muove tra segno, linee curve, volumi e dialogo con lo spazio. Le sculture, intitolate rispettivamente “Donna e Cigno” e “Sky People”, sono formate da una coppia di personaggi e da un’alternanza di spazio pieno e spazio vuoto. "Filippi, nella creazione delle opere esposte - spiega il curatore Alberto Moioli -, ha voluto soffermarsi sul rapporto di coppia tra forme armoniche e concettualmente complementari, rievocando l’atto del corteggiamento in Sky People e la scena di Leda e Zeus in Donna e Cigno, quest’ultima legata alle storie della mitologia greca narrate nelle “Metamorfosi” di Ovidio. Una scena interpretata pure da Jean-Baptiste-Marie Pierre, Jacopo Pontormo, il Correggio e molti altri". "Anche Leonardo da Vinci - sottolinea Moioli - si cimentò nello studio della rappresentazione di Leda e il cigno, le cui celebri copie sono state realizzate da Francesco Melzi e probabilmente da Cesare da Sesto e si trovano esposte ora agli Uffizi a Firenze e alla Galleria Borghese a Roma: è proprio da questo schema compositivo che sembra essere nata l’opera di Pieralberto Filippi".

La mostra delle sculture di Filippi fa seguito a una precedente, analoga iniziativa sempre nel giardino della biblioteca, con l’installazione temporanea di due opere dell’artista lissonese Ambro Moioli. "L’esposizione di sculture è nata da un’idea precedente alla chiusura della biblioteca per gli eventi in presenza - spiegano dalla biblioteca di via Nazario Sauro -. Quando poi si è ripresentata l’impossibilità di proporre iniziative all’interno della struttura, il progetto ha assunto in pieno il suo scopo, ossia quello di garantire una presenza anche attraverso il linguaggio non verbale dell’arte". La scelta è poi caduta in particolare sulla scultura perché si presta maggiormente a esposizioni all’aria aperta.