
La telefonata di Berlusconi, un investimento da 300 milioni per salire finalmente nel gotha del calcio. Poi la brusca discesa dopo la morte del presidente, culminata in una retrocessione senza appello.
Tutto inizia in un giorno di settembre del 2018. Nicola Colombo, presidente di un Monza tirato fuori dalle fogne di un fallimento, è preoccupato. Tenere a galla una squadra in Serie C è troppo costoso, senza soci. "O si sale in B, o sarò costretto a vendere" confida. E intanto prende contatti con un fondo americano. Poi squilla il suo telefono. All’altro capo c’è Adriano Galliani. "Siediti - gli dice -. Ti devo passare il presidente". È Silvio Berlusconi, che informa Colombo dalla sua volontà di rientrare nel mondo del calcio acquistando il Calcio Monza. Tempo pochi giorni e l’affare è chiuso. Con un esborso iniziale di circa 3 milioni di euro, Fininvest compra il Monza.
"Sarà il nostro ultimo valzer" chiosa Galliani. In sei anni e mezzo, la Fininvest spende qualcosa come 300 milioni di euro. La squadra viene portata in Serie B (al secondo anno: il primo le cose non vanno benissimo, si perde anche la finale di Coppa Italia di C a Viterbo). Lo stadio viene risistemato da capo a piedi, investendoci subito 9 milioni di euro. Omologato e illuminato con luci di ultime generazione, seggiolini, sky box, campi riscaldati. Settori chiusi da anni vengono riaperti in attesa della Serie A, mai raggiunta in 110 anni di storia. La nuova società non bada a spese. Arrivano oltre 100 giocatori, nomi anche roboanti come Boateng o Balotelli, anche se la promozione in A arriva solo al secondo anno fra i cadetti con Giovanni Stroppa. Il trionfo nello spareggio di Pisa del 29 maggio 2022 è quasi inatteso, Berlusconi è l’anima della festa, negli spogliatoi fino all’alba. In Serie A, viene rifatta daccapo la squadra e, dopo un esonero e tanti acquisti, l’esordio fra i grandi è eccezionale. Il Monza si salva con un punteggio record battendo anche Juve e Inter. L’idillio con la città è alle stelle. Ma Silvio è anziano e malato. Il 12 giugno 2023 muore. Quasi immediatamente cominciano a rincorrersi le voci di una cessione. Il Monza si salva in carrozza anche al secondo anno in A, ma si capisce che non c’è più trippa per gatti. I figli di Silvio non si fanno mai vedere allo stadio, tranne una fugace apparizione di Pier Silvio al Trofeo Berlusconi contro il Milan.
Lacrime e promesse, ma soldi al mercato non ne escono praticamente più. Una squadra impoverita inizia a perdere. Pier Silvio Berlusconi è tranchant: "La volontà è di trovare qualcuno che possa, insieme a noi o da solo, far crescere e occuparsi del Monza. Noi facciamo un altro mestiere, il calcio è ormai diventato un mondo folle e il mercato è folle". Il Monza viene abbandonato sulla sua zattera, Galliani – eletto in Senato – tace. A gennaio la squadra è già ultima in classifica. Il bilancio 2024 fa capire molte cose. Dopo aver chiuso l’esercizio precedente con una perdita di oltre 60 milioni di euro, nel 2024 il Monza l’ha ridotta a 48 milioni, ma i costi sono comunque pari a 139,1 milioni di euro. La maggior parte legata alle spese per il personale, pari a 77,9 milioni di cui 58,3 per salari e stipendi. E circa 5 milioni agli agenti sportivi. A tranquillizzare sponsor e azionisti, la società specifica a bilancio: "Il Monza avrebbe diritto, in caso di retrocessione, a ricevere il massimo importo del c.d. “paracadute” (25 milioni, ndr) previsto dalla Lega Serie A". Gli ultimi giocatori di valore vengono venduti. E la retrocessione arriva. Col suo paracadute.
Da.Cr.