
Il quartier generale dei pusher scoperto ieri durante il sopralluogo
Solaro (Monza e Brianza) - Bastano pochi passi nel bosco, accanto alla provinciale Saronno-Monza, per trovarsi di fronte la prima piazza di spaccio di droga al Villaggio Brollo, località di Solaro. Anche il sabato, anche di prima mattina, anche se piove. «Ho 26 anni , mi faccio di eroina da quando ne avevo 20, la tossicodipendenza è una cosa brutta", racconta il giovane incrociato sul sentiero. Sono le 8.30 quando entriamo in una delle aree boschive più belle del Parco delle Groane, denominata la “Ca’ del Re“, che si fregia della definizione di Sito di interesse comunitario. Ha smesso di piovere da poco e i sentieri del bosco sono pieni di fango, servono stivali di gomma alti e un giaccone impermeabile per muoversi tra le piante.
A fare strada c’è Dante Cattaneo, ex sindaco e oggi vicesindaco della vicina Ceriano Laghetto, che della guerra allo spaccio nel Parco delle Groane ne ha fatto il suo biglietto da visita. Con lui anche Alex Galizzi, consigliere regionale della Lega, vicepresidente della commissione Antimafia, bergamasco della Val Brembana, già in passato alle prese con le perlustrazioni nel Parco delle Groane, poi c’è un volontario residente in frazione Villaggio Brollo, a cui più tardi se ne aggiungeranno altri, con la consigliera regionale Silvia Scurati. Vogliono far vedere quello che qui succede tutti i giorni, ad ogni ora. Accanto al deposito di autobus di Air Pullman c’è un sentiero per la scorciatoia, mentre la via normale parte da un piccolo slargo sterrato a lato della provinciale. Incrociamo sulla strada un giovanissimo nordafricano che tiene in mano due bicchieri di cartone con bevande calde e un sacchetto in cui presumiamo ci siano brioche.
È spaventato , pronto anche a lasciarci la colazione che evidentemente ha ordinato qualcun altro che si trova nei paraggi. Al rifiuto cambia direzione, ha intuito che non è il momento adatto per il cappuccino. Bastano poco più di 100 metri, superato il cartello che racconta le ricchezze naturali di questo bosco, per trovare il primo bivacco dei pusher. Ma prima che ce ne accorgiamo noi, se ne sono già accorti loro. Sentiamo il movimento e vediamo due ombre correre all’interno del bosco. Resta fermo solo lui, che appare l’esatto contrario dello stereotipo di tossicodipendente alle prese da anni con le sostanze più pesanti. Eppure usa eroina già da 6 anni, racconta, e non riesce a smettere. "Passo di qui prima di andare a lavorare, non posso farne a meno", racconta, più preoccupato di non riuscire a presentarsi puntuale sul posto di lavoro che di quello che sta succedendo alla sua vita. Gli chiediamo quanto gli serve al giorno per farsi. "Dieci euro, al massimo quindici". Ne trovi qui? "Quanta ne vuoi".